Monsignor Feroci: «Inaccettabile l’emendamento su gioco d’azzardo»

Il direttore della Caritas diocesana contro la norma del Senato che decurta ai comuni i trasferimenti in seguito ai mancati incassi per aver vietato le slot machine: «Episodio grave, uno schiaffo» di R. S.

«Un episodio grave, uno schiaffo a quanti si impegnano ogni giorno – volontari, operatori sociali, medici e amministratori locali – per contrastare e prevenire fenomeni di dipendenza dal gioco d’azzardo. Quanto accaduto ieri nell’aula del Senato è inaccettabile, frutto dell’ignoranza e della mancanza di sensibilità verso quella che è una vera e propria emergenza sociale». Queste le parole di monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana, sull’approvazione dell’emendamento al decreto che consente al governo di ridurre i trasferimenti alle Regioni e agli enti locali che emanano norme restrittive contro il gioco d’azzardo.

«Nel mese di novembre – spiega monsignor Feroci – abbiamo svolto un convegno per informare e sensibilizzare gli operatori pastorali e la comunità su questo tema. La settimana scorsa abbiamo incontrato 1.200 studenti delle scuole superiori della Capitale, all’Auditorium, parlando anche dei pericoli del gioco compulsivo, consapevoli che proprio con la cultura si possano prevenire situazioni di disagio. Come ci sollecita Papa Francesco, abbiamo invitato ad “aprire gli occhi”».

Soltanto sul territorio romano il numero delle slot machine installate è del 12% superiore al totale nazionale. Trecento sale e più di 50mila “macchinette” secondo gli ultimi rapporti di Libera. A questi numeri, come riportato durante il convegno sul gioco d’azzardo organizzato dalla Caritas diocesana, vanno aggiunti gli esercizi commerciali – bar, tabaccherie, pizzerie, ristoranti – in cui sono presenti giochi e concorsi. Nella regione Lazio, secondo i dati di Legaconsumatori Lazio, si assiste a un preoccupante aumento degli scommettitori (soprattutto online) tra gli 8 e gli 11 anni.

«Ai parlamentari “pentiti” – conclude il direttore della Caritas – dico che non basta cambiare la norma, occorre che si facciano carico del problema approfondendolo in tutti i suoi aspetti, li invito nei nostri centri a conoscere le famiglie che hanno perso tutto per il gioco e, alle quali, con tanta fatica, cerchiamo di restituire dignità».

20 dicembre 2013

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