Messa di inizio pontificato, voci e volti dalla piazza

Entusiasti i 200 mila fedeli giunti da tutto il mondo per acclamare Papa Francesco. Il filippino Robert: «È uno di noi». L’argentina Estela: «L’ho conosciuto, è un Papa buono» di Elisa Storace

«Il nostro nuovo vescovo c’ha portato la primavera!». Mentre sospinge il passeggino del nipotino Claudio attraverso la folla, nonno Paolo forse non sta parlando solo del tempo. «Speriamo che sia il Papa dei poveri, vicino al nostro paese e a tutti quelli in cui la miseria colpisce ancora tante persone» si augura Maria Cristina, arrivata ieri da Cuba, mentre Sueli, originaria del Paranà, dice di sperare «che Francesco porti nella Chiesa un po’ dello “stile” del sud America, che la rinnovi con la vitalità dell’America Latina!».

Il flusso di pellegrini che arriva in piazza prosegue ininterrotto mentre una ragazza che sventola una bandiera bianca e blu. Viene dall’Honduras, più precisamente da Tegucigalpa, “la città del cardinale Maradiaga”, come tiene a dire. Si chiama Kathleen: «Nel continente da dove arriva Papa Francesco – spiega – i problemi sociali sono tanti, ma la Chiesa è “intrepida”: c’è una grande forza, uno slancio che qui in Europa tornerà sicuramente grazie a Francesco».

La celebrazione inizia. Un gruppo di ragazzini spagnoli, in gita scolastica dal collegio Virgen del Carmen di Córdoba, sono accorsi per salutare «el nuestro nuevo Papa». Marta, 17 anni, spera tanto che Papa Francesco «anche se non è giovanissimo, porti un vento nuovo che mostri a tutti quant’è bella la Chiesa». Appena più in là altri ragazzi, anche loro in gita scolastica, stavolta dal Collège Richelieu di Vendée, in Francia. Prudence e Victor, 15 e 14 anni, sono altrettanto fiduciosi: «Speriamo che il Santo Padre faccia della Chiesa Cattolica una luce per tutti i popoli!».

Accanto alle scolaresche alcune signore con un’altra bandiera, stavolta rossa e bianca. Vengono da Malta: «Siamo in 668 – raccontano Rose e Monica – : siamo partiti questa mattina alle 4.30 con un volo charter con il presidente, il primo ministro e il capo dell’opposizione, e ripartiremo stasera. D’altra parte non potevamo non venire – aggiungono non senza orgoglio – soprattutto adesso che il segretario del Papa è maltese, monsignor Alfred Xuereb».

Ormai piazza San Pietro è “al completo”: 200 mila fedeli acclamano Papa Francesco mentre passa con la papamobile. Gioiose le parole di Robert, della comunità filippina di Roma, che lavora come portiere di notte in un albergo e ha staccato solo poche ore fa, ma è ugualmente in piazza con la moglie Imee perché «il nuovo Papa è già uno di noi», mentre accanto a loro ci sono Luigi e la sua famiglia, arrivati da Cagliari ieri sera «per portare la Bandiera dei Quattro Mori in piazza San Pietro».

A questa ecumene festante appartengono Carolina e Rita, arrivate dal Venezuela. E George, originario del Kerala. Andrew, avvolto nei colori dalla Tanzania. Antonio Jesus e Maria Amparo, della “cofradía”, la confraternita di Nostra Signora dei Dolori di Jerez de la Frontera. Padre Zdeněk, da Brno. Artsiom, sacerdote della chiesa cattolica bizantina, arrivato dalla Bielorussia. Ma anche padre Charbel, da Beirut, in Libano. O Elie e Milad, giovani “armeni di Siria” che studiano alla Gregoriana.

La celebrazione si avvia alla conclusione e, mentre Papa Francesco, interrotto dagli applausi, saluta il suo popolo, Estela, argentina sposata in Italia, parlando di Jorge Mario Bergoglio si commuove, raccontando che lei l’ha conosciuto. «Qualche anno fa l’allora rettore della Chiesa Argentina di Roma, sapendo che andavamo a Buenos Aires ci chiese il favore di portare un pacchetto da parte sua all’arcivescovo. Noi glielo portammo e lui ci ricevette di persona, ringraziandoci per esserci disturbati. Una persona molto accogliente e umile… veramente un Papa buono!».

20 marzo 2013

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