Meningite, nessun allarmismo

«Panico ingiustificato» per Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di Igiene di Medicina e Chirurgia alla Cattolica di Massimo Angeli

È ormai una psicosi quella che si sta manifestando nella nostra regione dopo gli ultimi casi di meningite. A Rieti, la morte sospetta di un bambino di 18 mesi provoca l’assedio al centro vaccinazioni e la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado. Stessa situazione a Civitavecchia, dove, nonostante l’ultimo caso risalga a molti mesi addietro, non appena la regione ha dato il via libera alle vaccinazioni per le fasce d’età comprese tra i 15 ed i 29 anni, è iniziata una corsa che ha colto di sorpresa gli operatori sanitari della Asl Roma F.

«Il panico è assolutamente ingiustificato – sostiene Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore -. Ogni anno registriamo in Italia oltre 800–900 casi di meningite, di cui 30 o 40 mortali, e anche quest’anno il numero dei pazienti di cui è pervenuta segnalazione non è superiore al solito. Oltretutto la malattia ha un decorso stagionale, si intensifica in inverno, per cui niente allarmismi».

Ma cos’è la meningite? «Si tratta di una infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello, che se non curata in tempo, quando non è letale, può causare disturbi neurologici molto gravi – spiega il professore -. Le cause sono virali o batteriche, e queste ultime sono le più pericolose».

Gli esperti la definiscono come una malattia delle collettività, nel senso che si diffonde nelle scuole e caserme mal gestite, nelle discoteche e nei pub poco areati. «Anche il meningococco, il batterio responsabile dei casi che si sono registrati in questo giorni, non è resistente all’aria. Basta ventilare e illuminare le stanze, avere le normali accortezze igieniche, per farlo morire. La trasmissione avviene per via aerea, ma servono contatti quasi diretti con il malato per essere contagiati». Oggi, per fortuna, esistono vaccini contro tutti e tre i ceppi batterici: il meningococco (il più pericoloso), il pneumococco (il più comune) e l’haemophilus. «Purtroppo riscontriamo una grossa resistenza da parte dei genitori, i quali si decidono a vaccinare i figli solo quando esplodono simili situazioni. Noi, al contrario, consigliamo di vaccinare tutti i bambini in età prescolare. Il vaccino è uno strumento potente, anche se talune trasmissioni televisive ne parlano spesso con superficialità, impedendo che si crei una cultura della vaccinazione».

Oltre alle resistenze dei genitori, vanno segnalate, però, anche le responsabilità degli amministratori della cosa pubblica. In Italia, infatti, solo il 3% della spesa sanitaria è destinato alla prevenzione, mentre il fatturato di tutti i vaccini in commercio (non solo quelli per la meningite) non supera quello del quinto antibiotico più venduto nel nostro Paese. Come denunciato dal Moige (Movimento italiano genitori), da registrare che mentre il Ministro della Salute consiglia di offrire gratis i vaccini contro meningococco e pneumocco, nel Lazio, come in altre regioni, è ancora richiesto un ticket per dispensare il vaccino (costo dai 46 ai 54 euro).

Ma quali consigli dare ai genitori? Quali sintomi da tenere sott’occhio? «La malattia si manifesta con febbre alta e mal di testa, poi con vomito e con una classica rigidità della nuca – spiega ancora Ricciardi -. In presenza dei primi due sintomi, specie quando si ha a che fare con bambini piccoli, è sempre preferibile non aspettare e chiedere l’intervento di un pediatra».

9 gennaio 2008

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