Mastroianni scultore europeo

Al Museo del Corso una retrospettiva ne ripercorre la vicenda artistica con l’esposizione di 180 opere, di cui 92 inedite di Francesca Romana Cicero

Il dinamismo dirompente delle forme di Umberto Mastroianni, al quale è dedicata una retrospettiva al Museo di Via del Corso, consente di individuare le tendenze artistiche e le tensioni che hanno dominato il secolo scorso. Originario di Isola Liri (in provincia di Frosinone), Mastroianni si trasferì negli anni Venti a Torino, dove sviluppò il suo interesse per la scultura rinascimentale che segnò il suo esordio a soli diciotto anni. Dalla “levigata tenuità” delle prime opere (soggetti religiosi, ritratti e nudi), lo scultore in seguito alle lacerazioni ideologiche, storico-geografiche e spirituali della guerra, vissuta in prima persona anche da partigiano, accoglie le parole del poeta Apollinaire e concepisce l’arte non come imitazione della realtà, bensì come “pensiero che tende ad elevarsi come creazione”; ispirazione che lo accompagnerà in tutta la sua produzione artistica caratterizzata da una continua sperimentazione. I soggetti sono scomposti e “ricomposti” per rappresentare ciò che di essi l’artista vede e pensa.

Poliedricità di intenti e forme pienamente riscontrabile nella fase neo-cubista (compresa tra il 1941 e il 1954), nella quale emerge tutta la sua creatività con forme dinamiche che spezzano i consueti rapporti delle proporzioni classiche e dei contrasti luce/ombra per esplodere in forme dinamicamente plastiche, che risentono notevolmente degli influssi della filosofia e scienza del nuovo secolo, dominate dalla frantumazione dell’essere e dall’affermazione delle teorie di Einstein, che rivoluzionava l’assolutismo del tempo e dello spazio.
Ottenuto il più alto riconoscimento alla Biennale di Venezia nel 1958 (il Gran Premio per la Scultura), Mastroianni continua a farsi interprete della mutata dimensione percettiva della realtà e delle conseguenti trasformazioni culturali nella cosiddetta fase informale (tra il 1957 e il 1968) nella quale spezza del tutto la forma predefinita, che “declina a suo modo all’insegna di una simbologia di segni e gesti e soprattutto del materismo, sperimentandone tutte le potenzialità e tematiche”, con bronzi, cartoni graffiati e rilievi policromi regalandoci, a detta di molti critici, le sue creazioni più felici.

Grande innovatore a livello europeo, Mastroianni rimarrà versatile fino agli ultimi anni della sua vita (è morto dopo una lunga malattia nel 1998), affascinato dalla potenza delle macchine dell’era post-industriale.

L’esposizione, che ne ripercorre tutte le fasi e con esse i mutamenti di un secolo, ospita ben 180 opere, di cui 92 inedite provenienti da collezioni private, tra bronzi, ori, legni, argenti, arazzi e stoffe etc. Presenti capolavori come «Battaglia», «Hiroshima», «Apparizione alata». Chiude una tempera del 1997 «La morte della morte».

«Umberto Mastroianni, Scultore europeo» al Museo del Corso, in via del Corso 320, fino al 26 febbraio 2006. Orario: dal martedì alla domenica ore 10,00-20,00. Chiuso il lunedì.
Biglietto: intero euro 7,50, ridotto euro 5,00 (per le scuole euro 3,50). Info: tel. 06.6786209.

29 dicembre 2005

Potrebbe piacerti anche