LumbeLumbe dal Papa: «Così aiutiamo l'Angola»

La onlus è attiva dal 2002 nel Paese africano, meta del prossimo viaggio apostolico del Pontefice. Propone progetti di cooperazione internazionale e corsi di educazione alla solidarietà di Antonella Gaetani

Plastica, pezzi di legno, carcasse d’auto, materiali di scarto. È la baraccopoli di Lixeira, nei pressi di Luanda, capitale dell’Angola, dove opera l’associazione LumbeLumbe onlus (www.lumbelumbe.org) fondata nel dicembre 2002 da carabinieri e civili e presieduta da Italo Governatori. Lo scorso mercoledì la onlus ha partecipato all’udienza del Papa ed è stata ricevuta sul sagrato da Benedetto XVI per una particolare benedizione. Al Pontefice è stato presentato il lavoro compiuto dall’associazione in questi anni nelle baraccopoli di Luanda, città dove il Papa si recherà nei prossimi giorni in occasione del suo viaggio apostolico in Africa.

L’associazione si dedica al sostegno di progetti di cooperazione internazionale e alla formazione di volontari sul territorio italiano. Inoltre svolge attività educativo-culturali, assistenza sociale e socio-sanitaria. LumbeLumbe ha inoltre ricevuto un particolare riconoscimento dalla presidenza del Consiglio dei Ministri per l’attività svolta col progetto “La casa delle Api”, che vede il coinvolgimento diretto della comunità locale per la produzione del miele, una delle attività che ha radice nel territorio. Un impegno che LumbeLumbe porta avanti con il sostegno dei missionari salesiani di Don Bosco, della Fai e dell’Università di Sassari.

Quest’anno l’associazione ha chiuso la quinta edizione dei corsi di educazione alla solidarietà – realizzati in collaborazione con le Comunità montane Monti Azzurri, nelle Marche, e Valsangro, in Abruzzo – destinati a tutti i giovani, e non solo, che desiderano offrire il proprio tempo e le proprie capacità in favore di coloro che nei Paesi in via di sviluppo vivono in condizioni di estrema povertà. Alcuni studenti hanno ottenuto una borsa di studio per un periodo di formazione di tre settimane in Angola, nelle città di Ndalatando, Dondo e Lwena, presso le strutture dei salesiani, e in Congo, nella diocesi di Mbuji-Mayi. Alla volta di questi territori sta partendo un container di aiuti, tra cui oggetti per la scuola, alimenti a lunga conservazione, attrezzi da lavoro, detersivi, abbigliamento, carrozzine per invalidi.

Alessandro Mosconi è uno dei ragazzi partiti per l’Angola: «Mi hanno colpito i bambini – racconta -, in particolare i loro volto sorridenti. Anche se hanno problemi di salute sono sempre allegri e felici». Mentre Mariangela Capuzzi, che ha passato l’estate nel Paese africano, è rimasta colpita dalla forza con cui la gente del posto affronta le difficoltà: «Hanno molta calma – dice -, sorridono sempre nonostante la sofferenza. Anche le cose più piccole diventano grandi e danno gioia. Mi hanno insegnato a rallentare, a dare importanza alla riflessione. Loro, prima di decidere, discutono molto, noi siamo più abituati ad agire immediatamente. E non sempre facciamo le scelte migliori».

17 marzo 2009

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