Luca Zingaretti legge “16 ottobre 1943”

Dedicata alla memoria della bisnonna Ester Della Torre e degli altri ebrei romani deportati 70 anni fa la serata in programma per il 22 ottobre al Portico d’Ottavia. I fratelli Zingaretti: «Il 16 ottobre 1943 è tra noi» di R. S.

Continua, nella Capitale, la memoria della Shoah. Questa sera, martedì 22 ottobre, alle 21 in largo 16 ottobre 1943 Luca Zingaretti insieme ad altri attori e attrici legge tra le strade del quartiere ebraico “16 ottobre 1943”, tratto dall’omonimo scritto di Giacomo Debenedetti. Parole scritte per ricordare quella tragica data nella quale oltre 1000 ebrei, tra cui 200 bambini, furono rastrellati tra le strade di Roma e deportati ad Auschwitz. Tra loro anche Ester Della Torre, la bisnonna dell’attore. La madre si salvò «quasi per caso», con la sorella e i genitori, raccontano in uno scritto a firma congiunta Luca, Nicola e Angela Zingaretti. «Grazie a questo caso, noi oggi esistiamo – si legge nel testo -. Non siamo ebrei, se non nelle radici culturali, perché non lo era nostra nonna materna, e quindi non lo è nostra madre. Anzi, come in molte famiglie romane, anche nella nostra c’è un incontro fecondo di radici ebraiche, cattoliche e cultura laica: diversi orientamenti che hanno convissuto e si sono contaminati senza mai entrare in conflitto fra loro e arricchendosi».

È dedicata a questa “Storia romana” la serata in programma al Portico d’Ottavia, con l’accompagnamento musicale di Massimiliano Gagliardi, alla memoria di “nonna Ester”, nel giorno in cui probabilmente morì, e con lei di tutte le «vittime di quella ferita incancellabile nella memoria di Roma e ai loro familiari». Il 16 ottobre 1943 infatti «è tra noi, nelle vittime, nei non nati, nelle famiglie distrutte, nei sopravvissuti e nei tanti che sono nati e oggi vivono perché il nazifascismo ha perso», scrivono i fratelli Zingaretti. Una memoria, dunque, da tenere viva, anche attraverso il lancio di una raccolta di fondi per regalare ad alcune biblioteche scolastiche di Roma alcuni libri sulla Shoah, che prenderà il via proprio questa sera. L’obiettivo: riannodare i fili complessi di una storia «che ci aiuta a comprendere cosa siamo oggi, sapendo che se dimenticassimo saremmo tutti più deboli e fragili».

Oggi, si legge ancora nel testo, «se raccontiamo pubblicamente insieme questa storia per la prima volta, è anche per un gesto estremo contro ogni idea di negazionismo che pure spesso si riaffaccia. Quante volte ci è capitato di interrompere qualcuno, davanti a una pizza, o in un dibattito in una scuola, che avanzava dubbi sulla Shoah e dirgli: “Vedi, io esisto per caso, perché una parte della mia famiglia è morta nei campi di concentramento e nostra madre si è salvata, ospitata in un convento di suore”». Infine, l’invito: «Venite in tanti, portate le famiglie e amici giovani e non. Portate chi ha voglia di ricordare e chi ha bisogno di conoscere. Raccontate che si riparlerà della nostra storia e di un fatto che non dovrà accadere mai più».

22 ottobre 2013

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