L’Orchestra di Roma e del Lazio celebra Robert Schumann

Due concerti dedicati al secolo romantico e al ‘900. Tra i protagonisti anche Rossini, Nino Rota, Haydn e Brahms di Enrica Patrone

Sarà ricordato come “l’anno delle grandi ricorrenze”, questo 2006, dagli amanti di musica classica. E il cartellone dell’Orchestra di Roma e del Lazio (Orl) offre da gennaio l’occasione, la domenica (ore 18) all’Auditorium Parco della Musica e durante la settimana in regione, di vivere e celebrare gli anniversari di alcuni tra i più importanti compositori classici: dal genio indiscusso di Wolfgang Amadeus Mozart (250° della morte) ad uno dei più controversi talenti del ‘900, Dmitri Shostakovich (centenario della nascita), respirando al contempo il romanticismo ottocentesco di Robert Alexander Schumann (150° della morte).

Appuntamento da non perdere il 12 marzo, presso la Sala Sino poli, è il concerto diretto da Daniele Giorgi, compositore e violinista, secondo premio al concorso Pedrotti di Trento nel 2004, aperto da una composizione giovanile di Gioachino Rossini, la Sonata a 4 in re maggiore op. 6 (non solo Mozart fu enfant prodige!) accanto al Divertimento concertante per contrabbasso e orchestra di Nino Rota, eseguito su uno strumento italiano anonimo dei primi del Settecento, dal primo contrabbasso dell’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino: il solista Alberto Bocini. Il Divertimento appartiene al periodo della piena maturità artistica di Rota, agli anni in cui vennero scritti i concerti per violoncello e orchestra (1972; 1973), le colonne sonore cinematografiche, le opere musicali per il Teatro e per il Balletto. Originato da una Romanza e Marcia del 1969 per contrabbasso e pianoforte, il brano concertante venne orchestrato solo in un secondo momento dal suo compositore, il quale riuscì ad intrecciare l’interesse per la musica settecentesca ad una grande invenzione melodica fatta della comicità grottesca che si ritrova più apertamente nelle sue partiture per il Cinema. Il concerto si chiude con un “padre” della musica classica, modello di Mozart, Beethoven, e Brahms: Franz Joseph Haydn, di cui l’orchestra esegue la Sinfonia n. 101 in re maggiore, scritta nel 1793 per la seconda serie delle Sinfonie londinesi, e soprannominata “la Pendola” per l’inusuale ticchettio a metronomo che caratterizza il secondo movimento.

L’omaggio al compositore tedesco Robert Schumann (1810-1856), propugnatore dell’ideale romantico e profondamente legato alla poesia e alle concezioni filosofiche del suo tempo, è per il 19 marzo. Avido lettore nella giovinezza, brillante pianista prima, compositore poi, Schumann subordinò spesso la sua ispirazione musicale a un movente letterario, alla ricerca della perfetta corrispondenza tra forma e intuizione fantastica, dando il meglio di sé negli innumerevoli brevi pezzi pianistici (Carnaval, 1835; Kinderszenen, 1838; Kreisleriana, 1838; Novellette, 1838) e negli oltre 250 Lieder. Con l’Orchestra di Roma e del Lazio il pianista russo Alexander Melnikov suonerà il celeberrimo Concerto per pianoforte e orchestra in la minore op. 54, scritto dall’autore tra il 1841 ed il 1845 per la moglie Clara, e definito dallo stesso come “qualcosa a metà tra sinfonia, concerto e grande sonata”. L’opera nacque infatti come Fantasia e divenne, in seguito al rifiuto di un editore di pubblicarla come tale, un vero e proprio concerto con tre movimenti regolamentari. Per trasformare la Fantasia in Concerto Schumann fu costretto ad inserire la melodia in una forma prestabilita anziché abbandonarsi alle liriche ripetizioni tematiche della forma originaria. Una melodia che è in realtà un segreto suggello d’amore, che unisce un tema composto da Clara nel Notturno op. 6, n. 2, già utilizzato da Schumann in opere precedenti, ed il motivo iniziale del secondo atto del Fidelio di Beethoven, la scena di Florestano: allusione al legame matrimoniale tra Clara Wieck e Robert. La vita di Schumann fu del resto sempre segnata da una grande immaginazione e da una sorta di “sdoppiamento della personalità” (poi sfociato drammaticamente nella follia) che lo portò alla creazione delle figure letterarie di Florestano ed Eusebio, pseudonimi con i quali firmò le recensioni della sua rivista musicale. L’eroico Florestano era tratto proprio dal Fidelio di Beethoven mentre Eusebio era uno dei primi martiri cristiani, di opposti caratteri artistici costituivano insieme al personaggio mediatore, Maestro Raro, l’immaginaria Lega dei Fratelli di Davide. Queste figure fantastiche erano delle creazioni tanto profonde nella sua mente da trovare diretta espressione non solo negli scritti letterari ma anche e soprattutto nel romanticismo della sua musica, fatto di passioni forti e contrastanti.

Sotto la bacchetta del cinese Lu Jia, direttore musicale dell’Orl dal 2001, sarà eseguita anche la Serenata n. 2 in la maggiore op. 16 di Johannes Brahms, amico dei coniugi Schumann ed epigono del compositore, scritta tra il 1857 ed il 1859 per la società filarmonica di Detmond, cittadina sul Reno, per la quale il musicista lavorò a lungo come insegnante, direttore ed esecutore.

Nata nel 1991 dal desiderio di Ottavio Ziino, Gabriele Pizzuti, Pierluigi Capanni e Sergio Ursino di creare un complesso stabile professionale per Roma e il Lazio, l’ORL si è da sempre distinta per la sua capacità di divulgare opere appartenenti sia al repertorio classico che contemporaneo. Nei suoi ormai tradizionali Concerti della domenica al nuovo Auditorium Parco della Musica, sono sempre inserite prime esecuzioni assolute, spesso appositamente commissionate. Una scelta e un merito dell’Orchestra di Roma e del Lazio, che intende così dare spazio a giovani talenti – compositori ed esecutori – diffondendo inoltre l’ascolto musicale in numerosi centri della Regione, nelle scuole e in molte località normalmente escluse dai circuiti concertistici.

10 marzo 2006

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