L’occupazione in cima all’agenda delle priorità

Alcune proposte concrete per il governo appena insediato, per riattivare il sistema economico: dal settore immobiliare a quello delle energie rinnovabili; dal turismo alla ricerca di Fabio Salviato

Mentre l’Italia sprofonda sempre di più verso una grave crisi economica, il nuovo governo appena insediato non riesce a stabilire l’agenda delle priorità. Il tasso di disoccupazione è in continuo aumento, le aziende chiudono e non riescono a ricevere credito dalle banche, il sistema economico, soprattutto quello italiano, è entrato in una sorta di circolo vizioso che continua a produrre ogni minuto disoccupazione e impoverimento. Si può fare qualche cosa per invertire la rotta? Certamente. Cerchiamo quindi di vedere quali proposte dovrebbero prendere in considerazione il nostro governo e tutti coloro che sono interessati a riattivare un circuito virtuoso:

Settore immobiliare
Il settore immobiliare è oramai fermo da un paio d’anni, e le imprese di costruzioni chiudono o stanno chiudendo. D’altronde in questi ultimi 20 anni si è costruito troppo e spesse volte male, il territorio agricolo è diminuito, soprattutto nella pianura Padana, e spesso non si sono presi in considerazione criteri minimi di sicurezza per l’edificazione nei pressi di elettrodotti o di autostrade, dove l’inquinamento ambientale ed acustico risulta particolarmente elevato. Le conseguenze sono note: un paesaggio devastato da un eccesso di abitazioni, palazzi e capannoni.
In Europa, in particolare in Germania, Danimarca e Paesi scandinavi, da circa un decennio le costruzioni devono rispettare un rigido protocollo di eco-compatibilità e di sostenibilità ambientale. Il risultato è che mediamente gli immobili costruiti in Germania comportano un consumo di energia 4 volte inferiore a quelli costruiti in Italia. Si tratta di denaro risparmiato. Facciamo un esempio: se mediamente una famiglia italiana spende per il riscaldamento 1.000 euro all’anno, una famiglia tedesca ne spende 250.
In Italia è stato stimato che ci sono circa 20 milioni di immobili da ristrutturare per renderli eco-compatibili, in particolare grandi edifici, scuole, teatri, e così via. Se si intervenisse si riattiverebbe un settore stagnante e si potrebbero immediatamente creare 200mila nuovi posti di lavoro. Tra l’altro l’investimento potrebbe essere effettuato da società dedicate (società di risparmio energetico), in termine tecnico ESCO, che effettuano direttamente l’investimento, portando a regime l’impianto che permette di ottenere il risparmio energetico. L’investimento iniziale viene recuperato dalla ESCO in un periodo di 8 anni, poi la famiglia si troverà per almeno altri 12 anni con un immobile risanato e con un costo del riscaldamento quattro volte inferiore. Naturalmente oltre all’occupazione tutto ciò comporterebbe un beneficio in termini di minor emissione di CO2 nell’atmosfera e sicuramente di una qualità della vita migliore.

Energie rinnovabili
Si tratta di un settore strategico, dal momento che tutti gli studi di settore indicano che il petrolio potrà alimentare la nostra economia per i prossimi 20 anni al massimo, poi i costi di estrazione diventeranno sempre più elevati fino ad arrivare al 2050. Quindi è necessario immaginare già fonti di energia, possibilmente rinnovabili, capaci di sostituire il petrolio, di tipo solare, eolico, fotovoltaico, biomasse, geotermico …. L’Italia rappresenta un Paese ideale per lo sviluppo di tali energie, che in questa fase necessitano ancora di un’incentivazione, ma già a partire dal 2015 si ipotizza un rapporto equivalente tra il costo delle rinnovabili e il costo dell’ energia proveniente dal petrolio. Anche in questo caso l’uso di fonti energetiche rinnovabili comporterebbe un risparmio di emissione di CO2 nell’atmosfera.
In Germania negli ultimi 10 anni con l’indotto si sono creati 1 milione di nuovi posti di lavoro nel settore. In Italia, con potenzialità maggiori, si potrebbe immaginare uno sviluppo simile con almeno 100mila nuovi posti di lavoro all’anno per i prossimi 10 anni. Questo tra l’altro porterebbe l’Italia ad avere una percentuale di autonomia energetica che si potrebbe attestare tra il 40 ed il 50%, e a sviluppare altre fonti quali l’idrogeno che saranno le fonti di energia del futuro.

Turismo
In questo settore l’Italia può vantare un patrimonio artistico che equivale a circa l’80% del patrimonio esistente al mondo. Se poi andiamo a vedere come lo sfruttiamo scopriamo che l’insieme dei visitatori di tutti i musei italiani equivale al numero di visitatori del Louvre di Parigi. O che una città come Berlino ha il doppio di turisti di Roma. Se quindi investissimo risorse, energie su questo settore potremmo tranquillamente contribuire a creare nei prossimi anni almeno 200mila nuovi posti di lavoro.

E poi abbiamo la ricerca: un Paese che non investe in ricerca non ha futuro. Possiamo vantare intelligenze e cervelli di ottima qualità, ma va finanziata la ricerca per individuare nuovi progetti e nuove iniziative. Si tratta molto semplicemente di cercare di effettuare una verifica delle potenzialità del Paese e di capire quali settori possono essere particolarmente interessanti. L’agricoltura biologica e biodinamica, ad esempio, con più di 1 milione di ettari coltivati in Italia si colloca tra i primi posti, ma va sostenuta adeguatamente.

7 maggio 2013

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