L’Istat fotografa le nuove famiglie italiane

Al Nord il matrimonio civile “sorpassa” quello religioso, che resta comunque la scelta più diffusa. Al sud il tasso di nuzialità supera la media nazionale, ferma al 3,4 per mille: in calo, per il quarto anno consecutivo di R. S.

Il matrimonio religioso è ancora la scelta più diffusa, che riguarda 60 coppie su 100, ma aumentano sempre più quelle che decidono di sposarsi civilmente, passate dalle 79mila del 2010 a circa 83mila nel 2011. A fotografare la situazione delle famiglie italiane è l’Annuario statistico dell’Istat, che sottolinea il calo dei matrimoni nel nostro Paese per il quarto anno consecutivo. Nel 2011 infatti sono state celebrate 208.702 unioni, quasi 9mila in meno rispetto all’anno precedente. Il tasso di nuzialità passa quindi da 3,6 a 3,4 per mille.

È soprattutto nelle regioni meridionali che prevale un modello tradizionale, con una percentuale di matrimoni religiosi che si attesa al 76,3% contro il 48,8% del Nord e il 50,1% del Centro. I matrimoni religiosi, insomma, calano dai circa 138 mila del 2010 ai quasi 126mila del 2011, e nel Nord i matrimoni civili (51,7% contro il 39,8% della media nazionale) “sorpassano” quelli celebrati in chiesa. Al Centro i matrimoni sono distribuiti equamente, mentre nelle regioni meridionali oltre 3 matrimoni su 4 (76,3%) vengono ancora celebrati con rito religioso. Anche se in calo, dal 4,4 al 4,1 per mille, il tasso di nuzialità del Mezzogiorno supera quindi la media nazionale. A livello internazionale, infine, l’Italia si conferma ancora come uno dei Paesi con la nuzialità più bassa (3,4 matrimoni per mille abitanti).

19 dicembre 2012

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