“Libera la domenica”, riprende la raccolta delle firme

Torna la campagna per la regolamentazione delle aperture di negozi ed esercizi commerciali nei giorni di festa, promossa da Confesercenti con Federstrade. Tra i firmatari anche il sindaco Alemanno di Federica Cifelli

Visita il sito di “Libera la domenica”

È ripartita sabato 12 gennaio la campagna “Libera la domenica”, promossa da Confesercenti con Federstrade per correggere gli eccessi della liberalizzazione sulle aperture domenicali dei negozi e restituire alle Regioni la potestà di decidere a riguardo. I banchetti per raccogliere le firme a sostegno della Proposta di legge di iniziativa popolare di modifica del decreto Salva Italia sono ricomparsi su viale Marconi, una delle strade del commercio del quadrante sud della Capitale.

Tra i firmatari della sottoscrizione anche il sindaco Gianni Alemanno, che ha sottolineato come le aperture domenicali «indiscriminate» non aiutino né i commercianti né i consumatori. Anzi, ha aggiunto, «sono una spinta a creare problemi a chi lavora e disgregazione familiare. Le chiusure domenicali, invece, servono anche a tenere insieme le famiglie dei commercianti e dei cittadini». C’è bisogno, per Alemanno, di una riforma nazionale per abrogare la norma che ha rimosso i vincoli per le aperture domenicali dei negozi e degli esercizi commerciali. «Non bisogna confondere – ha precisato – le liberalizzazioni con le deregolamentazioni, che finiscono per colpire tutti i cittadini in maniera indiscriminata. Abbiamo posto il problema al Governo, presenteremo un ordine del giorno in assemblea capitolina per chiedere al nuovo governo un cambiamento».

Regolamenti ben precisi, dunque, che stabiliscano quando e per quanto tempo è possibile restare aperti nei giorni di festa. Questo è quanto chiedono i promotori di “Libera la domenica”. L’obiettivo, sottolinea la presidente di Federstrade – Confesercenti Mina Giannandrea, è «avvicinare al valore antropologico dello stare insieme le famiglie, che invece sono sempre più logorate da consumismo e shopping sfrenato. Oggi non c’è più tempo per stare insieme». E non c’è più lavoro: «I grandi centri commerciali – sottolinea Giannandrea – assorbono clienti e vendite». Senza una legge, spiegano i promotori della campagna, «nei prossimi 5 anni altri 80mila negozi chiuderanno e le nostre città saranno sempre più vuote e meno sicure».

Dopo la giornata su viale Marconi, dunque, la raccolta di firme continuerà, con frequenza settimanale, in viale dei Colli Portuensi, viale della Grande Muraglia, viale Europa, viale Eritrea, via Tiburtina, via Tuscolana, viale delle Province, via di Boccea, via Cola di Rienzo, via dei Castani, via dei Giubbonari, al centro commerciale Le Terrazze, in zona Casalpalocco. E ancora, i gazebi di “Libera la domenica” compariranno anche in via Candia, via Menghini, via Magna Grecia, via di Tor Sapienza.

Per informazioni è possibile consultare il sito della campagna, da dove si può anche scaricare il modulo e le istruzioni per organizzare la propria raccolta di firme.

14 gennaio 2013

Potrebbe piacerti anche