Le “malattie mediali”, presentate a La Sapienza

Stanchezza visiva, irritazione oculare, alterazioni del film lacrimale, dolori lombali e cervicali. I danni alla salute provocati dai mass media presentati alla prima università di Roma di Daniele Piccini

Viviamo immersi come pesci nell’acqua negli apparati elettronici per la comunicazione. Ma l’effetto non è altrettanto salutare. Tutt’altro. I potenziali danni alla salute dei mass media sono stati analizzati in un convegno, “Le malattie mediali”, promosso mercoledì (26 maggio) dall’Università La Sapienza e dall’Associazione italiana ascoltatori radio e televisione (Aiart), onlus fondata nel 1954 per iniziativa dell’Azione cattolica.

Una vox clamantis in deserto, quella dell’Aiart, come ha sottolineato il presidente Luca Borgomeo all’inizio degli interventi, moderati dal giornalista Giovanni Valentini. «Purtroppo – ha lamentato Borgomeo – il monito alla pericolosità dei media per la salute può essere un deterrente per il consumo di tv: quindi questi allarmi passano spesso sotto silenzio». Ma quali sono i principali pericoli di una scorretta fruizione di schermi tv e monitor di pc?

L’elenco del professor Luciano Cerulli (docente di Oculistica a Tor Vergata) è piuttosto lungo: «Stanchezza visiva, irritazione oculare, alterazioni del film lacrimale, abbassamento della frequenza dell’ammiccamento spontaneo, aumento dei fattori pro-infiammatori. Situazione peggiorata da lenti a contatto e dai germi sulle tastiere dei pc. Le soluzioni? È importante la corretta posizione sul posto di lavoro: si deve adattare la macchina all’uomo e non viceversa».

I danni per la mente non sono meno gravi. «Tv, internet e videogiochi fruiti dai bambini prima di andare a letto – spiega la professoressa Maria D’Alessio, psicologa a La Sapienza – provocano disturbi del sonno e stanchezza diurna, oltre che un calo del 20% delle performance della memoria. Ma anche la pubblicità ha effetti devastanti sui bambini dai 10 ai 13 anni, mettendoli a rischio di patologie alimentari». Il quadro si completa con la relazione del dottor Daniele Lettieri Barbato, ricercatore di Scienza dell’alimentazione a La Sapienza: «La maggior parte dei messaggi tv, nelle fasce dedicate ai ragazzi, promuove grassi e zuccheri semplici: consumare queste sostanze provoca, nelle tre ore successive all’assunzione, un aumento dei fattori d’infiammazione e dei marcatori di rischio cardiovascolare. E, nel lungo periodo, l’obesità».

Ma anche l’eccessivo rumore – per i più giovani i rischi provengono soprattutto da auricolari, mp3 e schermi tv – fa la sua parte. «Sono i suoni acuti i primi a non essere più uditi da chi è esposto a lungo a rumori di alta intensità – rivela l’otorinolaringoiatra, professor Paolo Belloni – poi è la volta delle frequenze da 2000, 1000 e 500 Hz, quelle della conversazione. In più ci sono mal di testa, problemi cardiocircolatori, stress, nervosismo e insonnia. In Europa sono 10 milioni le persone a rischio sordità».

Pericolose anche le patologie ortopediche, “da divano”, provocate da tv e videogame, come ha sottolineato il professor Giuseppe Costanzo, ortopedico dell’Università La Sapienza-Polo Pontino: «Iniziali dolori lombari e cervicali possono trasformarsi, soprattutto in soggetti giovani, in cifosi, scapole alate e collo proiettato in avanti. Gli adulti rischiano artrosi precoci e dolori alla colonna. Tutto ciò si risolve solo con percorsi di fisiochinesiterapia. Ma sarebbe meglio prevenire, assumendo posizioni più corrette davanti allo schermo e svolgendo attività fisica».

«Eppure la legge è chiara – tuona in conclusione il professor Francesco Tomei, medico del lavoro a La Sapienza – i datori di lavoro, per prevenire negli “operatori ai videoterminali”, l’affaticamento della vista e l’artrosi alla colonna, dovrebbero offrire visite oculistiche e di medicina del lavoro a tutti quegli impiegati che siedono più di 20 ore davanti al pc».

27 maggio 2010

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