Lateranense, la passione per la verità

Il cardinale Vallini all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Lateranense. L’intervento del rettore Fisichella e la testimonianza del calciatore Legrottaglie di Ilaria Sarra

La ricerca della verità e del sapere. Su questi punti fondamentali hanno insistito il cardinale Agostino Vallini e l’arcivescovo Rino Fisichella nel corso della cerimonia di apertura, ieri (2 dicembre 2009), dell’anno accademico 2009-2010 dell’Università Lateranense. Alla presenza di tantissimi studenti, docenti e autorità ecclesiastiche, oltre al gran cancelliere e al rettore dell’ateneo pontificio, è intervenuto anche Nicola Legrottaglie, calciatore della Juventus, che ha portato la propria testimonianza di fede. «Abbiamo pensato che fosse giusto che un giovane parlasse ai giovani – ha spiegato monsignor Fisichella – utilizzando un linguaggio immediato e convincente».

Il primo a rivolgersi ai presenti è stato il cardinale vicario. «La cerimonia di oggi – ha detto – è un invito a una rinnovata presa di coscienza per il lavoro quotidiano di questa università che ha un unico scopo: la passione per la verità. Questo comune sentire è più intenso quando l’oggetto dello studio è la teologia, ma la ricerca della verità non è possibile senza il confronto con altri saperi». Poi il porporato si è rivolto ai docenti affinché «aprano agli studenti i sentieri della verità» e siano consapevoli di avere un ruolo fondamentale nella formazione dei giovani che andranno, un domani, a ricoprire ruoli importanti all’interno della società civile ed ecclesiastica. Ha spronato gli studenti ad assimilare i diversi ambiti del sapere, a impegnarsi nello studio e a coltivare una «robusta vita interiore». «Questo vi serve – ha spiegato ai ragazzi – per dare ragione del progetto di vita a cui Dio vi chiama». Infine si è rivolto all’intera assemblea: «L’uomo di oggi ha bisogno della luce di Cristo e della potenza del Vangelo. Progredite nella conoscenza del Signore e diventate testimoni dell’amore di Gesù».

La ricerca della verità che rende liberi è stato il filo conduttore del discorso del rettore, che ha tratto degli spunti di riflessione dall’enciclica di Benedetto XVI “Caritas in veritate”. «Senza libertà – ha esordito l’arcivescovo Fisichella – non ci sarebbe realizzazione di sé e costruzione di identità e personalità mature. Nessun atto personale può essere realmente libero se non parte dalla consapevolezza della gratuità e del dono». Gratuità che si deve ritrovare anche nella formazione degli studenti, ha sottolineato il rettore, perché il diritto all’insegnamento è «una delle esigenze costitutive che aiutano la società a progredire». «Il nostro studio – ha proseguito – deve essere messo a disposizione degli altri, dell’uomo. In questo servizio che l’Università offre è ineludibile la formazione che sa porre domande sempre nuove per permettere risposte cariche di senso». Il presule ha poi parlato della fede cristiana come una ricchezza che porta con sé «verità e libertà in un’unità indissolubile che è garanzia di un autentico progresso per il bene di tutti e la salvaguardia della dignità della persona».

Testimone della fede che cambia la vita è proprio Nicola Legrottaglie, di confessione evangelica. Dai sogni di bambino al debutto in serie A e con la nazionale, dal successo al denaro e alle donne. E poi, tre anni fa, il bisogno di «colmare un vuoto che sentivo dentro di me», ha ammesso. Da lì la riscoperta della fede, della Parola del Signore e la volontà di raccontare questa sua esperienza di Dio ad altri giovani. «Perché bisogna essere fautori della Parola, non solo uditori». Il calciatore della Juventus ha spronato i ragazzi a proseguire sempre nello studio: «Io mi sono fermato al diploma, ma oggi mi cambierei volentieri con voi». E li ha esortati a coltivare il perdono «in un mondo – ha concluso – dove questo valore sembra essere sparito».

3 dicembre 2009

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