L’appello del Papa per la pace e per l’unità dei cristiani

Nell’Angelus Benedetto XVI ha ricordato i «diversi conflitti purtroppo in atto» e la Settimana per l’ecumenismo, fino al 25 gennaio. Martedì 22 a San Barnaba la veglia diocesana con il cardinale Vallini di Federica Cifelli

Anche Benedetto XVI, nella preghiera dell’Angelus di ieri, domenica 20 gennaio, ha voluto ricordare i «diversi conflitti purtroppo in atto», lanciando un forte appello perché «cessino le stragi di civili inermi, abbia fine ogni violenza e si trovi il coraggio del dialogo e del negoziato». E il pensiero corre immediatamente alla tragedia che si è consumata in Algeria e alle vere e proprie guerre in Mali e in Siria. Un dono, quello della pace, da invocare da Dio, per «l’intercessione di Maria Santissima, mediatrice di grazia», alla quale Benedetto XVI ha affidato anche la preghiera per l’unità dei cristiani.

«Una delle colpe più gravi che deturpano il volto della Chiesa – ha sottolineato Benedetto XVI – è quella contro la sua unità visibile, in particolare le storiche divisioni che hanno separato i cristiani e che non sono state ancora del tutto superate». Il Pontefice ha ricordato quindi l’annuale Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che si concluderà come tradizione nella basilica di San Paolo fuori le Mura venerdì 25 gennaio con la preghiera dei vespri presieduta proprio da Benedetto XVI. Un’occasione per «pregare insieme affinché possiamo realizzare “Quello che esige il Signore da noi”, come dice quest’anno il tema della Settimana», proposto da alcune comunità cristiane dell’India, che invitano a «camminare con decisione verso l’unità visibile tra tutti i cristiani e a superare, come fratelli in Cristo, ogni tipo di ingiusta discriminazione».

Nella diocesi di Roma la preghiera per l’unità prenderà corpo domani, martedì 22 gennaio, alle 18.30, nella parrocchia di San Barnaba. Sarà la comunità di Torpignattara infatti a ospitare la Veglia ecumenica diocesana, presieduta dal cardinale vicario Agostino Vallini. E la scelta non è casuale. Il grande affresco del catino absidale della chiesa , realizzato nel 1966 da Gino Cupelloni, «presenta un riquadro che evoca l’apertura del Concilio Vaticano II, di cui in questo Anno della fede si celebra il 50° anniversario», spiega monsignor Marco Gnavi, incaricato dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. «Lo spazio adiacente – continua – raffigura Paolo VI e sullo sfondo ci sono anche gli indiani; accanto al Papa, il patriarca della Chiesa ortodossa di Costantinopoli Atenagora e l’arcivescovo anglicano di Canterbury, Michael Ramsey». Tutte le offerte che verranno raccolte durante la preghiera di domani sera saranno devolute alla Missionarie della Carità, la congregazione fondata dalla beata Madre Teresa di Calcutta.

21 gennaio 2013

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