L’appello del Papa ai giovani di Taizè: «Siate “costruttori” di fiducia»

Circa 40mila ragazzi di diverse confessioni alla veglia con Benedetto XVI, nel 35° Incontro europeo promosso dalla Comunità francese. Il responsabile frère Alois: «Ciò che ci unisce più forte di ciò che ci separa» di Marta Rovagna

Chiamati ad essere luce nel mondo, testimoni del Vangelo per far sorgere la fiducia sulla terra. Questo il cuore del messaggio di Benedetto XVI ai 40mila giovani partecipanti all’Incontro europeo di Taizé, raccolti in piazza San Pietro per una veglia di preghiera la sera del 29 dicembre 2012, (FOTO) nel corso dei cinque giorni dell’evento (dal 28 dicembre al 2 gennaio), giunto alla sua 35esima edizione. La piazza, piena di ragazzi e giovani già dal pomeriggio, ha accolto dopo il tramonto Benedetto XVI, che ha salutato i pellegrini dalla papamobile per poi sistemarsi sul palco montato sulla gradinata della basilica di San Pietro. Intorno c’erano tantissimi giovani raccolti in preghiera: i canoni di Taizé in tutte le lingue, le luci delle candele accese a migliaia e un’atmosfera di grande serenità e fratellanza.

Nel suo intervento, che ha fatto seguito al saluto del responsabile della Comunità di Taizé frère Alois, succeduto al fondatore frère Roger scomparso nell’estate del 2005, il Papa ha ricordato come sia fondamentale la testimonianza di fede di così tanti giovani. «Cari giovani amici – ha ricordato -, Cristo non vi toglie dal mondo. Vi manda là dove la luce manca, perché la portiate ad altri. Sì, siete tutti chiamati ad essere delle piccole luci per quanti vi circondano. Con la vostra attenzione a una più equa ripartizione dei beni della terra, con l’impegno per la giustizia e per una nuova solidarietà umana, voi aiuterete quanti sono intorno a voi – ha sottolineato Benedetto XVI – a comprendere meglio come il Vangelo ci conduca al tempo stesso verso Dio e verso gli altri. Così, con la vostra fede, contribuirete a far sorgere la fiducia sulla terra».

I giovani hanno ascoltato in un clima di raccoglimento le parole del Papa, che ha ricordato la figura di frère Roger e la sua importanza come «testimone instancabile del Vangelo della pace e della riconciliazione», animato «dal fuoco di un ecumenismo della santità. Sulle sue orme, siate tutti portatori di questo messaggio di unità. Vi assicuro – ha sottolineato il Papa – l’impegno irrevocabile della Chiesa cattolica a proseguire la ricerca di vie di riconciliazione per giungere all’unità visibile dei cristiani. E questa sera vorrei salutare con affetto tutto particolare quanti tra voi sono ortodossi o protestanti». Sul solco di Giovanni Paolo II che nell’ultimo Incontro europeo a Roma, nel 1987, si era definito pellegrino tra i pellegrini, Benedetto XVI ha fatto sue le parole del suo predecessore: «Il Papa si sente profondamente impegnato con voi in questo pellegrinaggio di fiducia sulla terra. Anch’io sono chiamato ad essere un pellegrino di fiducia in nome di Cristo».

Centrale nel saluto di frère Alois a Benedetto XVI il tema dell’ecumenismo, perno della comunità francese: «Oggi si realizza una tappa importante del nostro “Pellegrinaggio di fiducia sulla terra”. Siamo venuti da tutta l’Europa e da altri continenti – ha sottolineato il responsabile della comunità – , apparteniamo a confessioni diverse. Ciò che ci unisce è più forte di ciò che ci separa: ci uniscono un solo battesimo e la stessa Parola di Dio. Questa sera siamo venuti intorno a Lei a celebrare questa unità, vera anche se non ancora pienamente compiuta. È guardando insieme verso Cristo che essa si approfondisce». Sul solco del fecondo cammino indicato da frère Roger, ha ricordato frère Alois, «sappiamo che dei cristiani riconciliati possono diventare testimoni di pace e di comunione, portatori di una nuova solidarietà fra tutta l’umanità».

2 gennaio 2013

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