«L’anello della lode»: premiate tre famiglie

Torna il riconoscimento assegnato ogni anno dalla Comunità Capodarco di Roma. Tra i vincitori c’è Giuseppe Dominjianni e la sua lotta per l’inserimento lavorativo del figlio Fabrizio da Redattore Sociale

Tre storie esemplari, “eroiche”, di famiglie alle prese con la disabilità. Giuseppe Dominjianni e le sue battaglie per l’inserimento lavorativo del figlio Fabrizio e l’applicazione della legge 68/99; Maria e Giuseppe Prisco e la loro dedizione per la figlia Adalgisa vittima di un errore medico; la drammatica storia di Laura e Sandro Paris: tre figli, tutti affetti dalla stessa malattia genetica che colpisce le loro capacità cognitive e motorie. A loro va ”L’Anello della lode” 2011, il riconoscimento che la Comunità Capodarco di Roma assegna ogni anno a tre famiglie che si sono distinte per il coraggio nell’assistere i propri figli disabili. L’iniziativa, giunta alla quarta edizione, si è svolta il 17 dicembre a Roma.

La prima storia che pubblichiamo è quella di Giuseppe Dominjianni. Il figlio Fabrizio ha un leggero ritardo mentale e Giuseppe non accetta l’idea di vederlo emarginato e rinchiuso in casa. Cerca di garantirgli una normalità soprattutto attraverso il lavoro. La legge sull’inserimento lavorativo (68/99) diventa così una sorta di manifesto, un vero e proprio proclama contro l’emarginazione del figlio, un sentiero verso la piena emancipazione di Fabrizio. Anni di lotte e di reclami, di ribellioni e di appelli, conclusisi con l’assunzione e l’inserimento al lavoro. Oggi Fabrizio, dopo nove anni di tirocinio gratuito, lavora al ministero dell’Infrastrutture, ma la battaglia di Giuseppe non è ancora terminata: continua insieme a tanti altri genitori per tutte quelle persone disabili che a tutt’oggi sono escluse dal mercato del lavoro.

22 dicembre 2011

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