“L’anatra all’arancia” in scena al Manzoni

Il regista Carlo Alighiero e la moglie Elena Cotta sono protagonisti nell’allestimento della commedia di Sauvajon che drammatizza la crisi della fedeltà coniugale di Toni Colotta

L’anatra all’arancia è una ricetta francese ma di chiara origine toscana, un derivato che spicca però nell’empireo del teatro novecentesco per aver dato titolo a una commedia di garbo e di evasione, soprattutto di gran successo, trasposta anche in un film di Salce con Tognazzi e la Vitti. Il commediografo Marc Gilbert Sauvajon la trasse bravamente dal romanzo di uno scozzese, William Douglas Home, drammaturgo di suo ed eclettico nelle tematiche agitate. Ora questa fortunata Anatra all’arancia è ogni sera sul palcoscenico del Teatro Manzoni, ritoccata di bel nuovo e allestita da Carlo Alighiero per recitarvi da coprotagonista insieme alla partner Elena Cotta.

Insomma, rispetto all’originale, l’adattamento di un adattamento ma con un senso dei toni e dei tempi comici che in Alighiero da vecchia data è virtù preziosa perché accoppiata a un gusto dell’umorismo sottile che prevale anche nella «linea editoriale» della sala di via Monte Zebio. Dedicata alla «comedy» per riflettere sul presente, divertendosi. La trama francesizzata da Sauvajon, e revisionata da Alighiero, sembra mordere il mito della fedeltà coniugale: Charles ed Helen sono coniugi di lungo corso, ma lui si concede scappatelle che lei pazientemente sopporta, decisa però a reagire quando il consorte si incapriccia di una vistosa biondona.

La ritorsione è offerta dall’incontro della tradita con un giovane attraente, cui accompagnarsi in un viaggio. A due passi dalla separazione però è il marito a riconquistare la moglie, con amore.
La commedia, dispensando battute e situazioni salaci, mostra in che modo, e come vi abbia parte l’anatra cucinata alla toscofrancese. Ma questa volta sul palcoscenico la coppia Cotta-Alighiero vive un evento personale che, filtrato dalla finzione teatrale, aggiunge sapore alla loro esibizione: moglie e marito nella realtà, i due attori protagonisti celebrano le loro nozze di diamante (per chi non lo sapesse, data la rarità, precisiamo che scoccano al compimento dei 60 anni di matrimonio).

E questo matrimonio è tanto più da celebrare in quanto sbocciato e vissuto nel lavoro di teatranti, ritenuto di solito poco propizio a nozze benedette da un uomo di Dio. Un altro sacerdote pochi giorni fa ha consacrato la ricorrenza in una chiesa di Trastevere. Sei decenni che sono anche quelli della loro milizia di attori, dall’incontro fatale in Accademia d’arte drammatica ai grandi ruoli su diverse ribalte e con compagni prestigiosi, sempre inseguendo, per l’unità della famiglia, l’ideale di una propria Compagnia teatrale. Che divenne realtà negli anni, con tournée in Cina e Russia. Ancora insieme diedero vita da fondatori al Teatro Manzoni.

7 gennaio 2013

Potrebbe piacerti anche