L’allarme di Save the Children per il futuro dei ragazzi

Nel dossier “L’isola che non sarà”, obiettivo puntato sul furto di prospettive per i giovani del nostro Paese, dove il 29% dei bambini sotto i 6 anni vive ai limiti della povertà. La campagna “Allarme infanzia” da Redattore Sociale

Il sito di Save the Children

«È un vero e proprio furto di futuro quello che si sta consumando in Italia ai danni dei bambini, adolescenti e giovani». A denunciarlo è l’organizzazione internazionale Save the children, che dal 1919 lavora in 119 Paesi per migliorare concretamente la vita dei bambini che vi abitano. «La povertà – continua l’organizzazione -, nelle sue varie forme, sociale, economica, d’istruzione, di lavoro, li sta colpendo come non mai, derubandoli di prospettive ed opportunità. E con il futuro di chi è giovane oggi, si sta disintegrando il futuro dell’Italia tutta».

Questa triste verità è emersa da un dossier, “L’isola che non sarà”, diffuso ieri, 20 maggio, insieme all’indagine “Le paure per il futuro dei ragazzi e genitori italiani” realizzata per l’organizzazione da Ipsos, in occasione del lancio della campagna “Allarme infanzia”, a sostegno dell’infanzia a rischio in Italia. Attraverso questa iniziativa, fino al 5 giugno Save the children intende denunciare il gravissimo deficit di futuro delle giovani generazioni e chiedere una massiccia mobilitazione dell’opinione pubblica, affinché le istituzioni mettano in campo interventi urgenti e strutturali in favore di minori e giovani, sempre più minacciati nel diritto ad una vita dignitosa. La campagna è curata nella creatività da Grey e si sviluppa intorno al concetto di “furto di futuro”, a cui danno corpo dei ritratti di bambini che denunciano il furto subito attraverso alcune frasi (“Mi hanno rubato la terza media”, “Mi hanno rubato la mensa a scuola”, …).

Nel dettaglio, sono quattro le principali e più pesanti “ruberie” rilevate dalla ricerca Ipsos e commesse a spese del nostro ben poco considerato “giovane capitale umano”: il «taglio dei fondi per minori e famiglia», con l’Italia al 18esimo posto nell’Europa dei 27 per spesa per l’infanzia e famiglia, pari all’1,1% del Pil, a cui consegue la mancanza di risorse indispensabili per una vita dignitosa. Poi, il «furto di cibo, vestiti, vacanze, sport, libri, mensa e rette scolastiche e universitarie»: quasi il 29% di bambini sotto i 6 anni, pari a 950mila circa vive ai limiti della povertà, tanto che il nostro Paese è al 21esimo posto in Europa per rischio povertà ed esclusione sociale fra i minori 0-6 anni, e il 23,7% vive in stato di deprivazione materiale. Ma non è finita. C’è, anche, il «furto dell’istruzione»: l’Italia è al 22esimo posto per la presenza di giovani con basso livello d’istruzione – il 28,7% tra i 25 e i 34 anni (1 su 4), per dispersione scolastica, pari al 18,2% di under 25; (1 su 5); all’ultimo posto per tasso di laureati, il 20% dei giovani fra 30 e 34 anni, pari a 760mila. E, infine, il «furto del lavoro»: i giovani disoccupati sono il 38%, 4% degli under 25, il quarto peggior risultato a livello europeo mentre i Neet (giovani che non lavorano e non sono in formazione) sono 3 milioni e 200mila e posizionano il nostro paese al 25esimo posto su 27.

«Il generale impoverimento delle giovani generazioni va in parallelo con una colpevole e annosa disattenzione nei loro confronti, che si sta traducendo in una gravissima privazione di prospettive, in una parola, di futuro», ha affermato Valerio Neri, direttore generale Save the Children Italia. Che, poi, ha aggiunto: «Cancellare il futuro di bambini e giovani significa compromettere il futuro dell’intero Paese». Per evitare che quanto sopra paventato avvenga, l’organizzazione chiede anzitutto un piano specifico e articolato di contrasto alla povertà minorile, che preveda al suo interno alcune misure prioritarie come l’estensione della carta d’inclusione sociale per l’acquisto di beni essenziali, non solo a quei nuclei con figli, in situazione di povertà estrema ma a tutte le famiglie a basso reddito con minori in difficoltà. Ancora chiede un piano d’investimento a favore dell’istruzione pubblica, per tenere aperte le scuole con attività educative anche il pomeriggio e per garantire, senza ulteriori costi per le famiglie, l’insegnamento delle materie curricolari e i servizi di trasporto e mensa gratuiti per le famiglie più in difficoltà. Infine, secondo Save the Children è necessario un nuovo piano per l’utilizzo dei Fondi europei, che concentri le risorse sullo sviluppo non solo delle infrastrutture fisiche ma anche del “capitale umano”, a partire dal potenziamento dei servizi alla prima infanzia.

«La campagna sviluppata l’anno scorso sicuramente ha contribuito a stimolare l’attivazione del governo, per esempio nell’ambito della utilizzazione dei Fondi Europei», ha dichiarato Raffaela Milano, direttore dei programmi Italia-Europa Save the Children Italia. «Tuttavia – ha sottolineato – bisogna fare molto di più e subito». Attraverso la campagna “Allarme Infanzia”, ha spiegato, «faremo la massima pressione affinché l’infanzia torni al centro delle priorità dell’azione politica o il danno sociale sarà irreparabile, sia per i giovani che per l’intera nazione. Ci auguriamo- ha concluso- di essere davvero in moltissimi a dare voce a questo appello, attraverso il sito www.allarmeinfanzia.it».

21 maggio 2013

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