La vita eterna, guida verso la pienezza

Le riflessioni di Joaquín Navarro-Valls e Remo Bodei al secondo incontro dei «Dialoghi in cattedrale». Ad aprire e chiudere, il cardinale vicario Agostino Vallini: «L’uomo deve andare oltre la sfera del sensibile» di Nicolò Maria Iannello

Vita eterna e sfida educativa, un binomio difficile da spiegare. Soprattutto perché ad un primo sguardo tra i due termini non c’è alcun legame. Ma solo apparentemente, secondo Joaquín Navarro-Valls, presidente di Advisory Board del Campus Bio-Medico e già direttore della Sala Stampa della Santa Sede, e il filosofo non credente Remo Bodei, docente all’Università della California, che ieri, giovedì 15 marzo, sono intervenuti al secondo appuntamento del ciclo «Dialoghi in cattedrale» promosso dalla diocesi di Roma. Come di consueto, nella suggestiva cornice della basilica di San Giovanni in Laterano si è svolto un confronto dialettico tra due relatori che stavolta hanno discusso su: «Educare alla vita eterna: utopia o profezia?».

Una questione che può sembrare «fuorviante perché lontana dal vivere quotidiano – ha commentato il cardinale vicario Agostino Vallini introducendo l’incontro – ma che invece è stimolante dato che mette a confronto due ipotesi: l’eternità della vita e la vita eterna». Due tesi «che rimandano da un lato a una visione immanentistica dell’uomo in cui il trionfo della vita sulla morte è continuamente smentito dall’evidenza della fine». E dall’altro al mettere in discussione la convinzione che «l’uomo debba fissare il suo orizzonte al solo mondo sensibile, aprendolo a una nuova dimensione».

Quindi la «provocazione» del cardinale ai relatori: «È possibile educare le nuove generazioni a pensare la loro vita come eterna?». Così addentrandosi tra i sentieri della filosofia e della letteratura, Bodei ha sottolineato innanzitutto che «nella tradizione antica il concetto di “eternità” era a collegato a quello di “pienezza di vita” e non all’idea di un’estensione temporale». Al contrario, citando i padri della poesia italiana, Dante e Petrarca, «l’eterno è l’attimo in cui tutti i tempi sono presenti». L’uomo ha sempre desiderato raggiungere una pienezza di vita ma, ha spiegato il filosofo, nel corso dei secoli «è mutato il suo atteggiamento, a causa di molteplici fattori». Tra i più importanti «l’erosione della fede nell’esistenza di un’anima immortale e la moltiplicazione di utopie che pongono su questa terra il conseguimento della giustizia e della felicità».

E in tempi più recenti la sostituzione del desiderio di eternità con la ricerca della pienezza nel «qui e ora». Cioè in una «felicità raggiungibile non nel futuro o in un’altra dimensione ma adesso, attraverso il soddisfacimento dei bisogni materiali». Oggi assistiamo, ha concluso Bodei, «a un risveglio della necessità di non accontentarsi di quello che si è e di esercitarsi a promuovere in ciascuno di noi una vita migliore». Concentrata invece su un piano esperienziale la riflessione di Navarro-Valls, basata su alcune domande cruciali per l’essere umano: «Che ne sarà di me dopo la morte? Che sarà di quelli che ho amato?». Interrogativi, questi, «che aprono alla conoscenza della fede», ovvero a un «Dio che ci racconta della vita eterna, di cui è garante Cristo risorto».

Ed è all’eternità intesa «come il momento in cui saremo veramente noi stessi e vivremo al cospetto di Dio» che l’uomo deve guardare, secondo il giornalista, per vivere pienamente la vita terrena. Anzi da questo punto di vista «la vita eterna diventa educatrice di questa vita perché relativizza eventi, realtà e progetti, rendendo eterno tutto ciò che è umano». A fargli eco la voce di Bodei secondo cui «educare alla vita eterna è utile in qualunque modo la si concepisca perché la pienezza in essa sottesa sollecita lo sviluppo di tutte le nostre facoltà e della nostra capacità d’amare». Giovedì 29 marzo alle 19.30 nella basilica lateranense l’ultimo Dialogo di quest’anno con lo psichiatra Vittorio Andreoli e il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, su «La proposta educativa di fronte al problema del male».

16 marzo 2012

Potrebbe piacerti anche