La vecchiaia, «un’occasione straordinaria»

Un libro che ha, tra le sue pagine, 40 anni di esperienza della Comunità di Sant’Egidio al fianco degli anziani. È innanzitutto questo «La forza degli anni», volume curato da Gino Battaglia, presentato ieri, mercoledì 8 maggio, nella basilica di Santa Maria in Trastevere. Il presupposto è che mentre gli anni della vita si allungano, manca una cultura della vecchiaia che oggi diventa una condizione di massa. «L’idea dell’anziano sapiente, saggio, depositario di conoscenze preziose, è stata l’ultima possibilità di dare un senso alla vecchiaia» si legge nell’introduzione curata dal fondatore della Comunità, Andrea Riccardi. Oggi quel senso, da dare all’ultima stagione della vita, è diventato sempre più incerto; gli anziani anzi sono visti come un peso per le famiglie a cui appartengono e per la società. Da qui l’esigenza di riannodare i fili tra le generazioni, di «creare quella coscienza sociale – ha detto Riccardi nel suo intervento – grazie alla quale l’inclusione degli anziani diventi una soglia di civiltà imprescindibile».

«Lezioni di vecchiaia per giovani e famiglie» si legge nel sottotitolo del libro. «Per vivere bene la vecchiaia – ha sottolineato Gino Battaglia – e far vivere bene i nostri vecchi, bisogna comprendere fin da giovani che essa non è necessariamente un naufragio. Può essere anzi un approdo sicuro per la nostra società, come afferma Riccardi nell’introduzione». Dello stesso avviso il vescovo Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia e consigliere spirituale della Comunità di Sant’Egidio: «Questo volume, come l’azione della Comunità, ha i tratti della profezia, non tanto per la denuncia di situazioni di ingiustizia quanto perché narra di storie di amore straordinario e mostra la bellezza di vite di anziani, ritenute ormai finite, che invece rifioriscono e trovano come una nuova primavera». Da queste storie scaturisce la convinzione che attraversa l’intero volume e che appare chiara nei testi degli autori raccolti nel libro: «La vecchiaia – ha fatto notare monsignor Paglia – non è un naufragio ma un’occasione straordinaria di vita».

Ha parlato di anziani come «antidoti» Giuseppe De Rita, presidente del Censis. «Antidoti alla sopravvalutazione dell’io, per i giovani prigionieri del “nuovo”. I nostri vecchi siano sempre più profeti capaci di accogliere e di essere accolti». Il libro dimostra come «la lotta alla cultura dello “scarto” – ha aggiunto De Rita – sia strettamente collegata alla lotta alla solitudine» mandata avanti in questi 40 anni dalla Comunità di Sant’Egidio «attraverso il primato dell’amicizia, del rapporto umano, della conversazione». Le pagine di questo libro ci propongono «un codice su come individuare l’arte di stare accanto all’anziano» ha notato Mary Melone, decano della facoltà di Teologia dell’Antonianum. Un codice costruito in decenni di esperienza comunitaria che raccontano «la storia di tante resurrezioni di anziani che hanno ritrovato dignità e pienezza di senso». In questa prospettiva, accade che «l’amore può diventare cultura – ha concluso Andrea Riccardi -, può diventare una proposta politica e di civiltà in un mondo che, se considera scarti gli anziani, è incivile».

Impossibile non pensare, in questo contesto, alle parole di Benedetto XVI in occasione della visita alla casa famiglia “Viva gli anziani!”, riprese da monsignor Paglia nel suo intervento: «Mediante la solidarietà tra giovani e anziani – diceva Joseph Ratzinger lo scorso 12 novembre -, la Comunità di Sant’Egidio ha aiutato a far comprendere come la Chiesa sia famiglia di tutte le generazioni, in cui ognuno deve sentirsi a casa. Quando la vita diventa fragile, non perde mai il suo valore e la sua dignità: ognuno di noi, in qualunque tappa dell’esistenza è voluto, amato da Dio, ognuno è importante e necessario».

9 maggio 2013