La «Trinità dei Pellegrini» e il cuore di Filippo Neri

Tra piazza Farnese e via Arenula la chiesa che fu tra i luoghi prescelti dal santo, instancabile animatore della Roma del suo tempo

Tra i luoghi romani legati a San Filippo Neri uno dei più antichi è la chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini, tra piazza Farnese e via Arenula. San Filippo era uno degli instancabili animatori della Roma del suo tempo. Istituì nelle chiese del centro incontri di preghiera, adorazioni eucaristiche, intrattenimenti spirituali e, dopo l’approvazione della congregazione dell’Oratorio, si occupò anche dei pellegrini che nel 1550 affollarono Roma per l’Anno Santo. Proseguendo l’antica tradizione di accoglienza dei pellegrini e dei convalescenti che Filippo rinnovò instillandovi il suo carisma luminoso fatto di preghiera e di gioia. La genialità dei santi è fatta di cose semplici e immediate ma le conseguenze della loro opera sono sempre strabilianti e inattese. Dopo Filippo il luogo si ampliò e fu abbellito da opere di pittori e scultori noti nella città. Una curiosità: nella chiesa troviamo una scultura di Cobaert raffigurante San Matteo e l’angelo originariamente destinato a San Luigi dei Francesi, ma poi rifiutato dal committente; lo stesso accadde a Caravaggio che si vide rifiutare la prima versione del San Matteo e l’angelo per la stessa chiesa.

19 febbraio 2007

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