La prima Olimpiade di Alessio Di Savino

Il ventiquattrenne pugile romano, categoria 57 chili, partirà alla volta di Pechino al seguito della nutrita compagine di atleti della nostra provincia di Daniele Piccini

Il pugile romano Alessio Di Savino farà parte della nutrita spedizione di atleti della provincia (34 in totale) in partenza per i Giochi olimpici di Pechino 2008. Il ventiquattrenne caporale del “Centro di addestramento ginnico sportivo dell’Esercito” – che tradisce il ring solo per la sua squadra di calcio del cuore, la Roma, e per un abbondante piatto di pasta alla carbonara – ad agosto combatterà la sua prima Olimpiade per la categoria 57 chilogrammi.

Come ti sei avvicinato alla boxe? Racconta brevemente l’inizio della tua storia sportiva.
Sono nato a Roma nel 1984, attualmente vivo a Ardea, dove mi sono trasferito quattro anni fa dopo aver vissuto a Pomezia. Ho iniziato la boxe all’età di 15 anni. Volevo metter su un po’ di muscoli e imparare la difesa personale. Ho iniziato a fare pugilato in una palestra vicino al porto di Ostia, alla Action Boxe. Qui mio padre conosceva un bravo allenatore, Maurizio Villella, e così iniziai affidandomi al lui. Inoltre mio zio da giovane faceva il pugilato a livello dilettantistico e mio padre, più giovane di età, lo seguiva sempre. Mi parlava sempre di questo sport, e così mi ha trasmesso la passione.

Quali sono stati i successi più brillanti che hai ottenuto?
Dopo 5-6 mesi che avevo cominciato questo sport il mio allenatore mi ha proposto di combattere il mio primo “vero” incontro. Così feci un paio di match, li vinsi e le persone che mi seguivano decisero di portarmi ai Campionati Italiani Cadetti, che riuscii a vincere dopo aver disputato quattro incontri nella categoria mosca. Poi vinsi i Campionati Italiani junior nel 2001 e 2002, prima da peso mosca e poi da gallo. Nel 2003 vinsi i Campionati da Seconda serie nella categoria piuma. Nel 2004 conquistai un terzo posto ai Campionati assoluti Prima serie e nei successivi anni 2005, 2006 e 2007 mi confermai sempre al primo posto. Ho ottenuto buoni riconoscimenti anche all’estero: nel 2003 vinsi l’oro al Torneo Internazionale Italia, un bronzo al torneo “Boxam” in spagna nel 2005, bronzo anche nel torneo di Portorico e un quarto posto alle Olimpiadi militari, lo scorso anno in India.

Nella tua carriera non ci saranno solo vittorie… Cosa impari dalle sconfitte? Come e dove trovi la forza di “rialzarti dal tappeto”?
Dopo una sconfitta si devono individuare gli errori commessi per cercare di migliorare le proprie debolezze. La forza la si trova nei sacrifici che uno fa e nell’incitamento di tutte quelle persone che ti sono vicine, la famiglia, gli amici. Il mio motto è “niente sacrificio niente vittoria”.

Credi in Dio? Come ti aiuta questo nel tuo sport?
Sì, sono credente. A Dio mi rivolgo ogni volta, prima di salire sul ring per un combattimento, per chiedergli la forza di dare il meglio e di non deludere le persone che contano su di me.

Ormai, dicono le statistiche, molti giovani (anche non professionisti) fanno uso nelle loro palestre di “integratori” non sempre legali né salutari. Cosa pensi dei fenomeni di doping nel tuo sport e, più generalmente, della sua diffusione tra i giovani delle palestre “di quartiere”?
Penso che chi usa queste sostanze per aumentare le prestazioni fisiche fa una cosa inutile, oltre che dannosa. Perché se le si assumono con regolarità, il corpo si abitua a quelle sostanze e smettono di fare effetto. Ma soprattutto credo che la miglior soddisfazione nello sport sia quella di lavorare e ottenere buoni risultati contando sulle proprie forze: solo così si trova davvero soddisfazione in ciò che si fa.

A dicembre 2007 ti sei classificato primo ai Campionati Italiani assoluti di Castel San Pietro (BO). Lo scorso aprile, al torneo di qualificazione olimpica di Atene, sei giunto di nuovo primo e hai incassato la qualificazione per Pechino. Direi che lo stato di forma in vista dei Giochi c’è…
Purtroppo, subito dopo la mia qualifica, mi sono infortunato al ginocchio. Mi è venuta una forte tendinite e ho iniziato a riallenarmi solo da un paio di settimane. Ma ora mi metterò sotto per recuperare il tempo perduto.

Come si svolgerà la tua preparazione? E dove avverrà?
Il centro di preparazione olimpica si trova ad Assisi e di solito il periodo di preprazione dura circa 2-3 settimane. La mattina ci si sveglia alle 7. Dalle 7,30 alle 8,30 facciamo il “risveglio muscolare”: mezz’ora di corsa e mezz’ora di ginnastica. Si riattacca alle 11, si fa un lavoro di potenziamento muscolare. Poi, l’ultima sessione di allenamento è dalle 17 alle 18,30, durante la quale proviamo lo “sparring”, una simulazione del match. Comunque tra qualche settimana partirò insieme agli altri atleti olimpici per fare un ultimo stage in Russia prima della partenza per Pechino.

Questa sarà la tua prima Olimpiade. Cosa ti aspetti? Con quale atteggiamento la affronterai?
Spero di fare una buona prestazione. Andrò a Pechino convinto delle mie potenzialità, so che posso fare bene e ce la metterò tutta.

Di quale risultato (minimo) ti riterrai soddisfatto?
Ovviamente punterò a una medaglia, sarebbe il mio sogno.

La boxe insegna a non arrendersi mai. Cosa ti senti di dire a tutti i ragazzi che nella loro vita sono… K.O.?
Posso dire che le persone che fanno dei sacrifici poi vengono sempre ripagate, non esistono soluzioni facili ai problemi. Si deve sempre dare il massimo quando si fa una cosa, solo così si ottengono risultati.

1 luglio 2008

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