La “nuova” Neuropsichiatria infantile del Bambino Gesù

Restaurati gli ambienti del reparto che accoglie bambini e ragazzi con disturbi mentali. L’obiettivo: garantire l’incolumità di pazienti e operatori. Nel 2012 circa 8mila i day hospital e 250 i ricoveri ordinari di R. S.

Otto posti letto che da soli rappresentano il 10% dei pochi disponibili su scala nazionale; e di questi, tre riservati ad adolescenti con stato di agitazione psicomotoria. Stanze e ambienti senza spigoli; mobili fissati a terra; docce senza cipolla; vetri antisfondamento e porte di sicurezza e senza maniglie. Sono le caratteristiche del novo reparto di Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, presentato ieri, 25 marzo. Il primo in Italia ad avere ottenuto il riconoscimento di idoneità dalla Joint Commission International, incaricata di valutare gli standard di qualità e sicurezza in ambito ospedaliero. «Con la ristrutturazione del nuovo reparto, l’ospedale tenta di dare una risposta a un bisogno di salute importante, che in Italia resta troppo spesso privo di assistenza adeguata». A dichiararlo è il presidente del Bambino Gesù Giuseppe Profiti, che spiega come nei lavori si siano adottati gli standard internazionali proprio con l’obiettivo di tutelare l’incolumità dei paziente e degli operatori che ci lavorano. «Criteri e accorgimenti adottati – rileva – sono funzionali a evitare episodi di ferimento e atti di autolesionismo da parte di bambini e ragazzi ricoverati».

I pannelli che renderanno il reparto più accogliente e a misura di ragazzi sono stati decorati da un gruppo di disegnatori professionisti, coordinati dal fumettista Passepartout, al secolo Gianfranco Tartaglia. I disegni prodotti dai ragazzi del reparto invece sono stati utilizzati nel corso della conferenza stampa di presentazione dallo studio di animazione Matitanimata, che ne ha realizzato in tempo reale un breve corto animato. Gli arredi delle stanze e della sala polifunzionale sono stati realizzati da Abio Roma (Associazione per il bambino in ospedale), con il sostegno di Lottomatica e Pallacanestro Virtus Roma. Contributo, quest’ultimo, che si è concretizzato nel progetto “Il Basket vede con il cuore”, finanziato con una donazione legata al punteggio realizzato dalla squadra nelle partite di campionato. “Sono felice che questo bel progetto sia ultimato e possa dare dei sorrisi ai bambini del Bambino Gesù «Abbiamo contribuito assieme ad Abio e a Lottomatica in maniera determinante nella raccolta fondi durante le nostre partite casalinghe – ha rilevato Claudio Toti, presidente della Virtus Roma -. Lo sport deve essere un mezzo utile anche per la solidarietà e siamo orgogliosi di aver fatto la nostra parte».

I volontari Abio, appositamente formati, prestano già servizio nel reparto, che è un punto di riferimento a livello nazionale per la valutazione e il trattamento dei disturbi dello sviluppo e dei disturbi psichiatrici in età infantile e adolescenziale, che colpiscono, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, circa il 20% della popolazione pediatrica. Circa 6mila i pazienti visitati ogni anno provenienti da tutta Italia, tra cui più di 300 con Adhd sindrome da deficit di attenzione e iperattività) e/o disturbo della condotta. Duecento i pazienti con un esordio psicotico o uno stato mentale a rischio; oltre 600 quelli con disturbo dello spettro autistico o con sindromi genetiche associate a manifestazioni psichiatriche. Nel solo 2012 sono stati circa 8mila i day hospital e 250 i ricoveri ordinari.

«Nonostante l’elevata frequenza, le malattie psichiatriche del bambino e dell’adolescente sono ancora poco conosciute – ha sottolineato Stefano Vicari, responsabile dell’Unità operativa di Neuropsichiatria infantile del Bambino Gesù -. Uno psicologismo medioevale e pregiudizi nella cura la rendono ancora argomento tabù. Nelle scuole di specializzazione di pediatria spesso non si insegna a riconoscere i segni precoci dell’autismo o dell’anoressia, di una depressione o di un esordio psicotico. Così sono ancora moltissimi i ragazzi e le ragazze non diagnosticati e non curati, spesso con effetti drammatici». Un disturbo psichiatrico non riconosciuto al suo esordio o mal curato ha, infatti, «un’altissima probabilità di diventare una disabilità cronica in età adulta. Il nostro impegno – ha ribadito – è quello di diffondere una cultura psichiatrica che faccia della salute mentale una priorità educativa, il cardine del normale sviluppo dei nostri bambini».

26 marzo 2013

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