La mobilitazione delle Caritas diocesane per l’emergenza sbarchi

La lettera del direttore di Caritas Italiana, monsignor Vittorio Nozza, che illustra alcuni degli interventi predisposti per fare fronte alla crisi del Maghreb di R. S.

«La rivolta, iniziata in Tunisia, le inquietudini che si sono manifestate praticamente in tutti i Paesi musulmani, dal piccolo Gibuti nel corno d’Africa fino allo sconosciuto Yemen e perfino all’Arabia Saudita, non si spiegano solo con la povertà, la disoccupazione, la corruzione o la crisi culturale del mondo islamico, elementi pure presenti in varia misura». È quanto afferma il direttore di Caritas Italiana, monsignor Vittorio Nozza, che illustra in una lettera alcuni degli interventi predisposti dalle Caritas diocesane per far fronte alla crisi del Maghreb. Per il sacerdote, si fa sempre più concreto il rischio di una catastrofe umanitaria con migliaia di sfollati interni, rifugiati e richiedenti asilo che si potrebbero riversare in tutto il Nord Africa e nella sponda nord del Mediterraneo.

La Chiesa Italiana, attraverso la rete delle Caritas diocesane coordinate da Caritas Italiana, sostiene da diversi anni l’attività di tutte le Chiese del Nord Africa e in particolare della piccola Caritas della Libia e dell’operosa comunità cristiana che nel silenzio lavora attivamente, in particolare nell’assistenza agli emigrati africani che riescono a sopravvivere dopo aver attraversato il deserto del Sahara. È stato inoltre attivato da due anni un tavolo di confronto con le Caritas dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. «Tutto questo – spiega monsignor Nozza – nella convinzione che le sfide dei migranti si possono affrontare solo insieme ed in un’ottica transnazionale, coinvolgendo i Paesi di partenza, di transito e di arrivo delle persone migranti».

Per rispondere all’emergenza in atto in questi giorni, Caritas Italiana sta partecipando attivamente insieme all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) e all’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) a un tavolo promosso dal ministero dell’Interno per definire congiuntamente un piano di accoglienza straordinaria rivolto ai circa 6 mila tunisini giunti sulle nostre coste e a quanti si prevede giungano numerosi nelle prossime settimane. A livello locale, le Caritas diocesane stanno censendo le strutture disponibili sui loro territori per garantire una pronta accoglienza in caso di insufficienza del sistema implementato dal Governo.

Caritas Italiana e le Caritas diocesane – conclude la missiva – «mentre auspicano che tutti gli strumenti diplomatici vengano messi in atto perché il massacro si fermi, e possano affermarsi governi democratici capaci di venire incontro alle legittime aspirazioni delle popolazioni locali di libertà e rispetto dei diritti, si preparano ad affrontare un’emergenza che l’Europa dovrà condividere. Nella consapevolezza che, unendo le forze e condividendo l’esperienza maturata in questi anni, saranno poi chiamate ad un successivo, impegnativo lavoro di ricostruzione che si dovrà affrontare in Libia e in tutto il Nord Africa».

4 marzo 2011

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