La lezione del Ris al Bambino Gesù

Una delegazione del Reparto investigazioni scientifiche dell’Arma dei Carabinieri ha incontrato i piccoli pazienti del nosocomio pediatrico: domande su indagini e impronte digitali di Maria Elena Rosati

«Come fanno i carabinieri a scoprire il colpevole? Cosa succede se un ladro ruba qualcosa con i guanti? È vero che le impronte digitali cambiano nel tempo?»: sono alcune delle domande che i piccoli pazienti dell’ospedale Bambino Gesù hanno rivolto ai rappresentanti del Reparto di investigazioni scientifiche dell’arma dei Carabinieri nel corso di un incontro che si è tenuto ieri, mercoledì 26 giugno, alla ludoteca del nosocomio pediatrico.

Un evento speciale, che ha permesso ai più piccoli di conoscere da vicino una realtà istituzionale e che – come spiega il maresciallo Fabio Iadeluca -, ha permesso «a noi di avvicinarci alle nuove generazioni facendo capire in modo giocoso quello che facciamo, così da trasmettere un messaggio per il futuro». Prima una “lezione”, per raccontare la storia dell’Arma, definire con un linguaggio semplice e accessibile le attività dei nuclei del Ris di Roma, Parma, Messina, e Cagliari. E ancora: spiegare il lavoro che le sezioni operative di chimica, biologia, balistica, dattiloscopia, fonica e grafica, portano avanti in ogni indagine, partendo dal principio secondo cui ogni criminale lascia sempre traccia di sé sul luogo del crimine.

Poi il momento della dimostrazione pratica, in cui i bambini, guidati dai Carabinieri, hanno potuto provare gli strumenti utilizzati per le indagini rilevando le proprie impronte digitali attraverso il sistema della polvere magnetica. Un’esperienza che ha sorpreso il Tenente Colonnello Luigi Ripani, comandante dei Ris, che ha guidato la lezione: «Sono rimasto stupito dalla reazione. I bambini mi hanno meravigliato con le loro domande pertinenti e intelligenti, mi hanno fatto entrare in sintonia con loro, allontanando anche la preoccupazione sul linguaggio migliore da usare».

La curiosità e l’entusiasmo dimostrato dai bambini rappresentano una conferma per la missione e la storia dell’Arma, che nel 2014 celebrerà il secondo centenario della fondazione: «Siamo onorati di essere qui – ha detto Ripani -. Da sempre l’Arma è sensibile al rapporto con i più piccoli. Dopo 200 anni di storia possiamo dire che l’Italia è cresciuta con i Carabinieri: siamo in mezzo alla gente e per la gente». L’iniziativa segna anche una nuova tappa nel percorso che la ludoteca del Bambino Gesù porta avanti fin dalla fondazione, nel 1999, con attività che fanno da ponte verso l’esterno, per permettere ai bambini e alle famiglie di vivere diversamente la realtà della degenza ospedaliera.

«Lavoriamo su due obiettivi – spiega Carla Maria Carlevaris, psicologa responsabile della ludoteca -: offrire uno spazio di rilassamento e divertimento, non medicalizzato, familiare, in cui il bambino possa sentirsi libero, e proporre una serie di attività che lo aiutino ad affrontare le emozioni legate alla degenza. Momenti come quello di oggi favoriscono nel bambino l’elaborazione del rapporto con la malattia, l’accettazione della terapie, e permettono di vivere e raccontare l’esperienza dell’ ospedale con fierezza e senza vergogna».

27 giugno 2013

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