La guida di Sant’Egidio, mappa per i poveri

Presentata dalla Comunità la nuova edizione del vademecum “Dove mangiare, dormire, lavarsi”. Un identikit degli ultimi: soprattutto pensionati, con un reddito compreso tra i 500 e i mille euro di Marta Rovagna

Sono 7 mila le persone senza fissa dimora a Roma, 4.500 dormono in strada ogni notte oppure in ripari di fortuna e 2.500 sono ospiti dei centri di accoglienza notturni del comune e delle associazioni di volontariato. A tracciare il quadro della situazione di chi, sotto la soglia della povertà, è costretto a rivolgersi a servizi gratuiti è la Comunità di Sant’Egidio, che giovedì ha presentato a Trastevere la XIX edizione della guida «Dove mangiare, dormire, lavarsi», un vademecum fondamentale per chi non arriva più a pagare casa, bollette varie, vestiti e cibo.

E la guida vuole essere anche una pratica mappa di dove poter appunto mangiare, dormire, curarsi, lavarsi, essere ascoltati nei centri di orientamento e aiuto gratis. Il tutto in 201 pagine, dove sono segnalate 27 mense , 35 dormitori, 24 ambulatori, 12 luoghi dove lavarsi e 96 centri d’ascolto nella capitale. Il vademecum è arricchito da indirizzi e numeri dei servizi sociali e anagrafici, dell’assistenza sanitaria e dei servizi riabilitativi (come il Sert, i dipartimenti di salute mentale e le case famiglia per malati di Aids).

La guida di Sant’Egidio cura anche il reinserimento dei senza fissa dimora nel circuito lavorativo e abitativo: un capitolo è dedicato al lavoro e alla formazione professionale, con indirizzi e numeri di sindacati e patronati, le pensioni e recapiti utili per le domande delle case popolari. L’ultima parte è dedicata agli stranieri: per loro ci sono indirizzi di commissariati, scuole di italiano per stranieri, scuole per mediatori culturali e biblioteche.

«La realtà romana si è arricchita quest’anno – spiega il portavoce della Comunità di Sant’Egidio, Mario Marazziti – di due nuove mense, due scuole per stranieri e quattro centri di aiuto per alcolisti e tossicodipendenti». Una vitalità che cresce in una città come Roma dove operano, a vario livello, 175 realtà di volontariato, tra enti privati e associazioni, «segno che – sottolinea Marazziti – i politici si dovrebbero rendere conto che la Capitale si regge soprattutto grazie alla solidarietà silenziosa e attiva di tantissime persone». I servizi maggiormente attivi sul territorio capitolino sono mense e dormitori.

Per quanto riguarda le mense, quella storica di via Dandolo nel 2008 ha servito pasti caldi e gratuiti per 100 mila coperti. Rispetto agli anni precedenti sono arrivate alla mensa di Sant’Egidio 5.000 persone nuove, di cui 300 italiani e 4700 stranieri, con una leggera flessione della presenza degli immigrati e un aumento dell’età media (intorno ai 44 anni) degli italiani. L’edizione 2009 della guida sarà distribuita durante il pranzo di Natale che Sant’Egidio offrirà, tradizionalmente, ai suoi ospiti a Roma, in altre 30 città in tutta Italia e in 450 centri in tutto il mondo, dall’America Latina all’Africa.

Ma qual è l’identikit del nuovo povero in Italia? Secondo il quadro tracciato dalla Comunità di Sant’Egidio, i poveri sono soprattutto i pensionati, con un reddito compreso tra i 500 e i mille euro: solo il 23,5% infatti usufruisce di un assegno mensile superiore a 1.500 euro mentre il 76,4% vive con meno di 1.500 euro al mese. Nemica diventa quindi l’inflazione, che ha rincarato del 6,4% la spesa per abitazione, acqua elettricità e combustibile (dati Istat) e che ha determinato l’aumento di generi di prima necessità, come la pasta (+29,8% rispetto all’anno precedente) e il pane (+ 4,1% rispetto a novembre 2007).

19 dicembre 2008

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