La famiglia trasmette la risurrezione

Se coloro che credono nel Risorto portano in sé questa potenza di vita, si potranno trovare soluzioni ai problemi che angosciano gli uomini. Il cristianesimo non è vaga morale, è forza di amore più forte del male di Matteo Zuppi

Proprio sotto la croce si forma una famiglia. Il male divide; l’amore unisce e riesce a trarre dal dolore ciò che è bene. Gesù è solo nella dura lotta con il male, fin dall’orto degli ulivi, dove morte e vita si affrontano nel prodigioso duello. Chiede la compagnia dei suoi, ma questi si addormentano, presi da quel sonno che viene quando i problemi sono troppo grandi, misto di paura e rassegnazione, di difficoltà e presunzione, di orgoglio e depressione. Gesù è solo sulla croce. È solo, ma non lascia soli. Vuole che nessuno sperimenti questa sua condizione, per cui quando si soffre, quando si muore, lo si fa da soli. Non asseconda l’ultima insidiosa tentazione, insistente, quella del «salva te stesso», gridata da tutti, implorata anche dal ladro appeso accanto a Lui allo stesso supplizio. Gesù non pensa a sé, ma ai suoi, a tutti, ad uno sconosciuto condannato a morte, amico dell’ultima ora, come siamo noi, come sono io. Non ci si salva da soli. Lo capiamo, forse, con più chiarezza in questi mesi di crisi economica, di grande turbamento per tutti. Non si tratta solo di affrontare le conseguenze della mancanza di soldi, di lavoro, ma anche la perdita di certezze, spesso frutto del lavoro di una vita. Solo ritrovando un senso comune di solidarietà, di amicizia, di difesa del bene comune, di appartenenza a un «noi» che dà senso a un «io» altrimenti ridotto a isola, possiamo vedere la luce della risurrezione!

L’amore genera e rigenera una famiglia e questa protegge l’amore. L’amore di Gesù crea la comunità dei cristiani, famiglia di coloro che non dal sangue ma da Dio sono generati e che diventano, solo per adozione, cioè per grazia, suoi padri, madri, fratelli e sorelle. La Chiesa è famiglia, comunione con Gesù e tra quanti sono con Lui. Accanto a Maria sotto la croce c’è un discepolo, colui che sente l’amore unico, speciale di Gesù per la sua vita. «Ecco tua madre». «Ecco tuo Figlio». Si accolsero. Giovanni la prese a casa sua. Qui inizia la Risurrezione. Mai come oggi la Chiesa e il mondo hanno bisogno di essere «famiglia» e cerca tante famiglie che vivono amore vero. Oggi sulle famiglie grava il peso della croce. È quella di tanti colpiti da malattie umilianti come il morbo di Alzheimer o da malattie psichiche, così in crescita, così poco aiutati. È la croce della disoccupazione, che colpisce non solo i giovani. La crisi del mondo del lavoro produce povertà, disperazione, solitudine. Il numero di famiglie in condizione di povertà è aumentato. Una rilevazione del Censis mostra come una famiglia su tre abbia fortissime difficoltà a far durare lo stipendio fino alla fine del mese. La casa è una sofferenza e un’angoscia per tanti, così come l’usura che si accompagna spesso ad altri reati legati soprattutto all’intimidazione violenta. L’immoralità di una crisi economica dovuta all’individualismo, al pensare ognuno per sé, all’assenza di regole proprio perché piegate a interessi di parte, alla corsa senza freni al proprio guadagno ha provocato tanti disastri in molte parti del mondo.

Quanto è opportuna, e segno di speranza e consapevole incoraggiamento, la scelta del Papa di affidare il commento della Via crucis proprio a una famiglia, a una coppia di sposi! «Come ogni cristiano, anche ogni singola famiglia ha la sua via crucis: malattie, morti, dissesti finanziari, povertà, tradimenti, comportamenti immorali dell’uno o dell’altro, dissensi con i parenti, calamità naturali», si legge nell’introduzione. Sotto la croce si forma la famiglia. Non ci si salva da soli! E dalla sofferenza, come dalla crisi, nasce una consapevolezza nuova: la famiglia trasmette la risurrezione! Se coloro che credono nel risorto portano in sé questa potenza di vita, allora si potranno trovare soluzioni ai problemi che angosciano oggi gli uomini. Il cristianesimo non è una vaga morale! È forza di Risurrezione, di amore più forte del male! La fede ci aiuta a vedere oltre le difficoltà, a sacrificarci per chi verrà dopo, ad essere solidali come in famiglia, come per la mia famiglia, perché Risurrezione è forza di amore e certezza che il male non vince. La forza della Risurrezione riempie le nostre mani e le nostre famiglie di doni per chi soffre sia della fame del corpo che di quella dell’anima. Perché solo insieme c’è futuro.

10 aprile 2012

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