La disabilità liberata dall’arte
Un volume, con le storie di persone inserite nei Laboratori sperimentali di Sant’Egidio, ribalta alcuni pregiudizi radicati nella nostra società di Filippo Sbrana
Più di trecento persone hanno partecipato martedì scorso – 13 maggio – in Campidoglio alla presentazione del volume “Con l’arte, da disabile a persona”. Attraverso venti storie di persone disabili inserite nei Laboratori sperimentali della Comunità di Sant’Egidio, il libro racconta il pensiero e l’intelligenza di persone che ne sono considerate erroneamente prive e per questo spesso emarginate. Nato da un’idea di Simonetta Lux, critica e storica dell’arte contemporanea, è stato realizzato con lei da Antonella Antezza e Cristina Cannelli, coordinatrici dei Laboratori sperimentali, e da Alessandro Zuccari, ordinario di Storia dell’Arte Moderna alla presso l’Università “La Sapienza”, che da anni segue con la Comunità di Sant’Egidio il percorso artistico delle persone con disabilità.
Con l’arte, da disabile a persona ribalta alcuni pregiudizi radicati nella nostra società. Viene smentita la convinzione dell’assenza di pensiero e intelligenza in chi ha un deficit intellettivo, grazie ad un’arte rivelatrice di quello che spesso le parole non riescono a comunicare. Viene anche sconfessata la condizione di persona necessariamente “infelice” per chi vive un handicap, fisico o intellettivo: le venti storie dimostrano che la gioia di vivere può essere per tutti, senza escludere potenzialmente nessuno. «Felicità è la debolezza amata» ha affermato uno dei venti artisti: una sfida per la nostra società, incentrata sull’autosufficienza ma tante volte incapace di trovare una felicità piena.
I Laboratori sperimentali della Comunità di Sant’Egidio sono il frutto di un’esperienza trentennale. Presenti a Roma ed in altre città italiane, danno la possibilità a centinaia di persone disabili di compiere un approfondito percorso artistico. L’attività creativa e la possibilità di usare sistemi alternativi alla tradizionale comunicazione verbale offrono l’opportunità di esprimere il proprio mondo interiore: ogni disabile segue un percorso individuale durante il quale si precisa la tecnica migliore per ciascuno. Vengono utilizzati modi non tradizionali di dipingere: chi non può usare il pennello trova materiali o ausili che valorizzano la propria manualità, dalle spugne ai rulli, dalla pittura con le dita alla creazione di installazioni e sculture con materiali di recupero. Le bellissime opere che coronano questo lungo lavoro, esposte anche al Parlamento europeo, attestano la presenza di intelligenza e sentimenti che altrimenti non riuscirebbero a superare la gabbia della comunicazione, insieme alla consapevolezza sempre più chiara della propria dignità di persona.
La presentazione del volume ha rappresentato l’occasione per ripercorrere la storia sociale e culturale dell’Italia degli ultimi trent’anni, attraverso la prospettiva delle vicende umane ed artistiche dei venti protagonisti. Ha avuto luogo in coincidenza con l’entrata in vigore della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e con il trentesimo anniversario della legge Basaglia, due pietre miliari del percorso di riconoscimento dei diritti di chi vive un disagio. Un percorso, appunto, da disabili a persone.
16 maggio 2008