La coppia e le famiglie di origine

di Angelo Peluso

Il sistema familiare si configura come un complicato ingranaggio, in cui si identificano differenti livelli di relazione. L’unità di riferimento è assicurata da quello che possiamo chiamare metaforicamente “lo stemma del casato”. Sotto questo termine indichiamo la sintesi dei valori nei quali il sistema si riconosce e che può esprimersi attraverso un simbolo, come appunto è un “ipotetico stemma oppure un messaggio ideale” trasmesso di generazione in generazione. Lo stemma riveste una doppia funzione che si esplica nei confronti dei membri del sistema (funzione interna) e nel rapporto con gli altri sistemi (funzione esterna). Esso assicura l’equilibrio e la coerenza del gruppo, inducendo la “lealtà” dei suoi membri verso i valori che quel simbolo rappresenta, e definisce nel contempo la specificità del gruppo familiare nei confronti del mondo esterno.

In una realtà più tradizionale (e quindi con regole un po’ più rigide), ciascuno occupa il posto che gli compete e ciò lo rende riconoscibile a sè e agli altri. Tutti sanno chi è e cosa debbono aspettarsi da luilei. Il copione è già scritto, si tratta soltanto di calarsi nella parte assegnata. Nel mondo moderno, invece, i giochi non sono apertamente pre-codificati.La nostra cultura non accetta l’esistenza di ruoli già attribuiti e di trame preconfezionate. Ciascuno vuole esser l’autore della propria vita e del proprio destino.

A catena la coppia genitoriale coinvolgerà i figli in questa trama familiare creativa e sarà proprio la capacità di alleanza tra i figli a rappresentare il segno di un buon andamento dell’alleanza nella coppia.

Un genitore con forti insicurezze personali tenderà a trasmettere ansia ai propri figli e senza rendersene conto creerà conflitti tra di loro, privilegiando quello che sentirà più vicino a sé o al contrario lo colpevolizzerà attribuendogli come uno specchio le proprie ansie.

La persona mentalmente sana ha interiorizzato figure parentali affettuose e protettive che lo appoggiano nei momenti di crisi e forniscono un sostegno interiore di fronte ai fallimenti. L’individuo che ha ricevuto sicurezza dalla propria famiglia saprà apprezzare la cooperazione e la collaborazione con gli altri (da quella con il partner sentimentale a quella con il gruppo dei pari, dei colleghi, ecc.) accettando anche la competizione in maniera equilibrata, cioè senza identificare il successo e la vittoria come cose indispensabili alla sua identità.

Mancando una precisa identità personale, non può conseguentemente nascere un’identità di coppia e tenderà a manifestarsi una sorta di narcisistico ideale di sè. L’identità vera di coppia implica l’esistenza di due partner capaci di creare un’isola su cui vivere il loro amore e la loro intimità, stabilendo insieme i momenti da condividere con la realtà esterna senza farsi soffocare o condizionare da essa. L’identità di coppia è quindi creare un territorio psicologico dove apertura e chiusura sono processi interdipendenti, fonte di conoscenze e arricchimento, senza alcun timore. L’identità di coppia significa avere ruoli intercambiabili che non soffochino la creatività individuale a dispetto di presunti criteri di normalità (e questo è particolarmente vero in area sessuale).

La gelosia patologica è l’espressione più manifesta di una mentalità che tende a costruire uno spazio esclusivo con l’altro impedendo qualsiasi scambio con la realtà esterna. L’illusione di chiamare “amore senza fine” un simile attaccamento è un mito che finiamo con l’imporre all’altro fino ad ossessionarlo in una micidiale trappola dove la possessività viene confusa con l’amore.

La morbosità è un meccanismo di egoismo profondo in cui si nega ogni forma di esistenza all’altro se non in dipendenza della nostra volontà. Invece un atteggiamento sano verso l’esistenza deve prevedere l’accettare che «la nostra vita potrebbe essere descritta come un continuo processo di separazione : infatti la capacità di separarsi dai primi attaccamenti infantili sta alla base del processo di individuazione e dello sviluppo di un senso di sè autonomo. Ed è attraverso successivi distacchi che ci costruiamo come individualità capaci di rapportarci ad altre individualità». Pirandello affermava che l’uomo del XX secolo, nella sua ricerca, non fa altro che costruirsi una personalità illusoria: crede, cioè, di essere quello che non è e non si accorge di come in lui giochi l’influenza alienante della società che lo costringe a mentire a se stesso, ad accettare una falsa morale e ad adattarsi all’ideologia dominante, impedendogli, così, di conoscere la sua vera individualità. Di fatto, il personaggio pirandelliano percepisce il peso del continuo sdoppiamento cui la vita lo obbliga e si sente talvolta un estraneo anche nell’ambito della sua famiglia quando non ci sono rapporti ben definiti.

Ogni legame crea “storia” nella nostra vita e “la storia” ha sue regole, le sue coordinate e i suoi significati che non possono essere lasciati in secondo piano. Particolarmente delicata è perciò la situazione in cui un membro della coppia resta con un piede nella propria casa di origine per i più svariati motivi. In genere questo avviene quando si ricopre un ruolo troppo importante per l’equilibrio del sistema familiare e una fuoriuscita da esso potrebbe creare delle traumatiche rotture o causare gravi patologie in qualche figura parentale.

L’invischiamento alla famiglia può esser causato anche da fattori più specificatamente materiali quali il bisogno economico. La crisi attuale che porta molti giovani a non poter creare nuove famiglie proprio per le difficoltà ad affrontare le spese di gestione di una casa, costringe a subire le inevitabili pressioni eo ingerenze genitoriali. È auspicabile perciò che i genitori sappiano aiutare i propri figli a lasciare la propria casa per costruire quella con illa partner e che con molta discrezione intervengano nella vita degli sposi e delle loro scelte.

17 ottobre 2008

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