Insegnanti di religione a convegno

Saranno 800 i docenti che si incontreranno a settembre al Divino Amore. Don Morlacchi: «Cercheremo di capire come rimanere fedeli alla propria identità». La Messa con il vescovo Zuppi di Lorena Leonardi

«Professionalità, spiritualità e passione educativa». Sono le tre parole d’ordine che gli insegnanti di religione terranno a mente in vista del prossimo anno scolastico. A spiegarlo è don Filippo Morlaccchi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale scolastica e l’insegnamento della religione, mentre lancia il consueto appuntamento al santuario del Divino Amore, il 7 settembre dalle 9. Tema dell’incontro, che coinvolgerà 800 docenti, è «L’identità dell’insegnante di religione cattolica tra scuola, Chiesa e famiglia». Di norma, spiega don Morlacchi, «invitiamo un esperto esterno, ma quest’anno prediligeremo una riflessione che ci consenta di ripensare insieme l’identità dell’insegnante di religione alla luce del decennio sull’educazione».

La Nota pastorale dei vescovi sull’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche «Insegnare religione cattolica oggi» risale al 1991, «e in questi anni molte cose sono cambiate: in primis, il 70% degli insegnanti di religione cattolica è entrato in ruolo tramite un concorso. Si è trasformata la società, e con essa il mondo. Ciò che cercheremo di fare – sottolinea – è capire in che modo, mutati tanto radicalmente i tempi, l’insegnante di religione possa rimanere fedele alla propria identità, che è espressione della Chiesa inserita nelle strutture dello Stato». Un’identità, questa, cui l’anno prossimo si tenterà di dar voce in modo forte, «grazie anche all’incontro che il 10 maggio 2014 ci vedrà faccia a faccia con Papa Francesco in occasione di una grande assemblea.

La Chiesa è presente nel mondo-scuola in tre modi – prosegue -, con gli istituti cattolici, che ne costituiscono l’espressione più specifica, con l’insegnamento della religione e con la presenza di insegnanti e studenti credenti. In questa tripartizione, gli insegnanti di religione formano l’anello di congiunzione tra gli altri due elementi». La mattinata al Divino Amore, che culminerà con la Messa presieduta, a mezzogiorno, dal vescovo Matteo Zuppi, si configura, dunque, come un momento programmatico «per riflettere su cosa significa essere cittadini laici di questo mondo e membri della Chiesa attraverso l’impegno culturale che è l’insegnamento».

Le difficoltà, come in ogni missione, non mancano: «I nostri insegnanti vengono ancora spesso considerati “di serie B”» e permane la «sfida dei numeri di coloro che scelgono il servizio», aggiunge don Morlacchi. La soluzione è nell’equilibrio, perché «l’insegnante è chiamato a parlare di argomenti elevati, ma in modo appetibile alle fasce d’età», e nella «risorsa essenziale» del docente di religione: «Toccando temi sensibili, arriva laddove gli altri non sempre riescono e, facendo una sola ora a settimana, frequenta molte classi e conosce tutti i ragazzi».

23 luglio 2013

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