Infezioni ospedaliere, corsi alla Cattolica

Per gli infermieri master in “Nursing del paziente chirurgico settico”; per i medici quello in “Sepsi in chirurgia” di R. S.

Sono tra i 500 mila e i 700 mila, su un totale di 9 milioni e mezzo di ricoverati l’anno, i pazienti che in Italia contraggono un’infezione ospedaliera. Una percentuale, in pratica, tra il 5 e il 17% del totale dei degenti (fonte ministero della Salute, marzo 2005). Tra quelle più diffuse: sepsi, polmoniti, infezioni da catetere venoso centrale, infezioni urinarie e del sito chirurgico. Il tema è tornato di attualità grazie a recenti inchieste giornalistiche, richiamando l’attenzione dell’opinione pubblica sulle carenze igieniche di diversi ospedali italiani. Ma al di là della pulizia delle strutture – fondamentale – è importante anche il ruolo di medici e infermieri nella cura di pazienti critici, come i settici, e nel potenziamento di tecniche e terapie nella cura della sepsi.

Ecco allora che il Dipartimento di Scienze Chirurgiche e l’Istituto di Clinica Chirurgica dell’Università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma, in collaborazione con la Società Italiana di Terapia Intensiva (Siti) propongono per l’anno accademico 2006-07 due Master per infermieri e per medici: il master di I livello “Nursing del paziente chirurgico settico” (riservato agli infermieri) e il master di II livello “Sepsi in chirurgia” (riservato ai medici). I due corsi sono strutturati in singoli si svolgeranno a partire da venerdì 2 febbraio e fino a giovedì 21 giugno presso il policlinico Gemelli.

«L’argomento delle infezioni in chirurgia, degli stati settici, dell’insufficienza multiorgano e dello shock settico – rileva Marco Castagneto, direttore del Dipartimento di Scienze Chirurgiche del Gemelli – rappresenta un tema di notevolissima rilevanza scientifica e clinica al quale l’Istituto di Clinica Chirurgica ha dedicato, per oltre un trentennio, grande impegno investigativo e clinico, in una concezione della medicina assai avanzata e per molti aspetti precorritrice dei progressi attuali».

«Per il trattamento del paziente chirurgico con una grave sepsi ricoverato in terapia intensiva sono molto importanti gli avanzamenti tecnologici nell’area delle cure intensive post operatorie per ciò che attiene al sostegno delle funzioni vitali; ma, al di là della prevenzione – commenta Gabriele Sganga, associato di Chirurgia all’Università Cattolica di Roma e direttore dei Master – la più efficace terapia eziologica delle infezioni e sepsi legate all’intervento resta il tempestivo trattamento chirurgico e quello antibiotico».

«I due Master – continua Sganga – si propongono di individuare un percorso multidisciplinare e allo stesso tempo unitario nella prevenzione, diagnosi e terapia delle infezioni e sepsi in chirurgia. Di analizzare il problema delle infezioni in chirurgia da un punto di vista clinico, identificare l’impatto sull’organizzazione e sui costi sanitari, ma soprattutto di creare un’occasione di confronto e reciproco arricchimento tra operatori coinvolti nel trattamento dei pazienti settici, in modo da fornire gli strumenti per una adeguata prevenzione, pronta e accurata diagnosi, efficace cura delle infezioni chirurgiche».

29 gennaio 2007

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