Il welfare, investimento per il benessere sociale

Anna Lisa Mandorino, Cittadinanzattiva: «Una visione ragionieristica dei tagli sta portando alla fine dello stato sociale. Il momento è difficile ma vanno stabilite delle priorità e poi destinate le risorse» di Graziella Melina

La crisi indubbiamente c’è e incide anche sul welfare, ma la responsabilità di chi governa è di «stabilire delle priorità e comportarsi come un buon padre di famiglia». Per Anna Lisa Mandorino, vice segretario generale di Cittadinanzattiva – una delle tante associazioni che hanno messo nero su bianco le falle del sistema assistenziale nel “libro nero del welfare” promosso dalle campagne “Sbilanciamoci!” e “I diritti alzano la voce” – se non si interviene subito «si rischia l’annullamento dello stato sociale».

Quanto incide la crisi sul welfare?
Tutti gli ultimi provvedimenti del governo Berlusconi incidono profondamente, nel senso che ne stanno decretando e ne hanno decretato non solo l’indebolimento ma con le ultime manovre e in particolare con il disegno di legge di riforma fiscale e assistenziale porterebbero a decretarne la fine.

In che senso?
Ci sono fondi che sono stati completamente annullati come quello per l’integrazione degli immigrati, o il fondo per la non autosufficienza. Altri, come quello destinato alle politiche giovanili, o quello per le politiche sociali, sono stati ridotti in maniera talmente considerevole da essere di fatto anche questi annullati. In generale, il fondo sanitario nazionale, che già nel 2010 è stato tagliato di 550 milioni, nel 2011 è stato decurtato di 600 milioni, e addirittura per il biennio successivo si prevedono tagli per più di 7miliardi di euro.

In un certo senso è la crisi che obbliga a fare dei tagli.
Non c’è da fare un’equazione diretta tra il fatto che ci sia una crisi e i tagli al welfare. Per rispondere a un’economia in crisi si sta scegliendo di tagliare il welfare con una visione ragionieristica dei tagli e del welfare stesso. Una visione del welfare caritatevole e non come investimento per il benessere sociale.

Con quali rischi?
Nel caso in cui anche il disegno di legge di riforma fiscale e assistenziale dovesse continuare un suo iter, quello che si profila è la fine, la morte definitiva del nostro stato sociale per come è ora. In questo disegno di legge in particolare è emersa l’idea di un welfare “caritatevole” e quindi residuale, che si orienta soltanto sui cittadini “autenticamente bisognosi”, cioè quei pochissimi in condizioni di degenza estrema a cui lo Stato fa di fatto l’elemosina. Tutti gli altri, le famiglie, i giovani, gli immigrati, le persone con disabilità, sono tagliati fuori da questo disegno di legge.

Quali sono le vostre proposte?
Il nostro approccio al welfare è comunque di riforma. Ci rendiamo conto che il momento economico è oggettivamente difficile, però pensiamo anche che vadano prima stabilite delle priorità e poi vadano allocate le risorse.

Per esempio?
Nel “libro nero” dimostriamo che tagliando spese superflue, come quelle militari per esempio, è possibile utilizzare quei soldi per politiche a sostegno dei più giovani, delle persone con disabilità, in generale di tutti i cittadini.

Quali emendamenti proponete alla legge delega allora?
Non ci sono da fare correttivi, perché questa legge va a incidere sulle fasce più povere o più in difficoltà della popolazione, rendendo più difficile l’iter per l’invalidità, annullando o diminuendo drasticamente l’indennità di accompagnamento, andando a eliminare tutta una serie di benefici fiscali di cui ora si può godere e che riguardano tutti i cittadini. Abbiamo voluto mettere in evidenza invece che una patrimoniale che vada a incidere sui redditi più alti sarebbe in questo momento una misura più equa, che eviterebbe di fare pressione sempre sui cittadini più in difficoltà e garantirebbe quella equità sociale che è in questo momento necessaria.

Si aspetta comunque dei segnali positivi?
Di per sé la situazione di crisi non è tale che ci permetta di essere ottimisti. Ci sono molte cose da fare per risolvere i problemi. Speriamo che anche gli interventi e le novità di questi giorni avviino un cammino virtuoso.

18 novembre 2011

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