Il tema del Natale a Palazzo Venezia

Dieci le opere esposte nella Sala Altoviti che ripercorrono, in ordine cronologico, la nascita di Gesù Bambino: dall’Annunciazione all’adorazione dei pastori e dei Magi di Francesca Romana Cicero

L’arte prova a misurarsi con l’Eterno. La finitezza umana si accosta all’infinitamente grande che si fa piccolo, sfidando il genio, l’istinto e il talento del singolo o delle maestranze, con umiltà, sobrietà, sacro rispetto. L’intento è del resto unico: celebrare un evento senza pari nel quale “e cielo e terra” si toccano e si incontrano. Sul tema della Natività poesia e arte si confrontano, ciascuna emulando il linguaggio dell’altra, seguendo un’ispirazione personale o assecondando il desiderio di un devoto committente. Tema proposto in occasione del Natale nella Sala Altoviti di Palazzo Venezia, non senza l’aspirazione di attrarre un numero di visitatori maggiore rispetto a quello abituale.

Dieci le opere esposte, provenienti dalle gallerie del Polo Museale romano. Opere che, disposte in ordine cronologico, trattano il tema del Natale rifacendosi alle Sacre Scritture, spaziando dall’Annunciazione alla Visitazione, e all’“Adorazione dei pastori” del Pellegrino Tibaldi – nella quale i visitatori possono divertirsi a rintracciare nelle figure “citazioni” della Volta e del Giudizio Universale della Cappella Sistina – per concludersi con la “Strage degli Innocenti” dello Scarsellino – dove la tragicità dei fatti rappresentati, evidenziata dai movimenti di figura, è stemperata dai bagliori di un tramonto di chiara matrice veneta. Rilevante per «la maestosa impostazione e solenne tessitura» (Strinati), è la presenza del dipinto dell’“Adorazione dei pastori” della scuola di Antoniazzo Romano con figure che convergono verso il Bambino che poggia il capo, riparato dalla nuda terra da un lembo del mantello di Maria, su un fascio di spighe. Spighe che alludono a quanto affermava San Gregorio Magno: la nascita di Gesù sarebbe stata segnata dalla trasformazione del fieno in grano, metafora dell’Eucarestia con cui Cristo avrebbe nutrito gli uomini.

Discutibile appare a taluni la presenza di un dipinto raffigurante San Giovanni Battista in età adulta con la veste rossa allusiva della Passione di Cristo e del suo martirio in quanto, in tale contesto, avrebbero gradito la raffigurazione di questa figura proemiale di Gesù con l’immagine cara alla pittura fiorentina: il San Giovannino che gioca e accompagna i primi passi del Suo Signore all’interno della Sacra famiglia o vicino alla Vergine.

Da segnalare la presenza di due sculture lignee recanti tracce di cromie che, con chiaro richiamo alla devozione popolare che s’ispirava al Vangelo di Matteo e a testi apocrifi ed esegetici per inscenare sacre rappresentazioni che coinvolgevano i fedeli, ritraggono due Magi, simbolo dell’autorità umana in adorazione del suo unico Dio. Sculture che, peraltro, ben si addicono ad essere ospitate nelle sale di uno spazio museale dedicato anche all’arte decorativa.

Pochi pezzi in mostra, dunque, con l’augurio della sovrintendenza che «possano indurre alla riflessione e a grate memorie», e l’augurio dalla capanna di Betlemme dipinta, metaforica o viva nei nostri cuori, che anche quest’anno si irradi in tutto il mondo la luce del Suo Natale, dell’Epifania del Signore, speranza e pace per l’intera umanità.

“Il Natale. Opere dalle gallerie del Polo Museale Romano” c/o Museo Nazionale di Palazzo Venezia, via del Plebiscito, 118. Fino all’11 gennaio 2009. Curatore della mostra e del catalogo Iride: Laura Russo. Orario: tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle 9 alle 19. Ingresso gratuito per i visitatori del museo. Informazioni: 06.69994282/284

30 dicembre 2008

Potrebbe piacerti anche