Il saluto di Enrichetta al Santo Padre

Pubblichiamo il testo del saluto rivolto al Santo Padre, a nome di tutti gli ospiti di “Viva gli anziani!”, da Enrichetta, 90 anni, da più di 30 anni membro della Comunità

«Santo Padre, mi chiamo Enrichetta, ho quasi 91 anni, vivo a Tor De’Cenci, sono vedova da molto tempo e faccio parte della Comunità di Sant’Egidio da 33 anni.

Per me oggi è una grande gioia poterla incontrare, e raccontarle qualcosa della mia vita.

Santo Padre la vita di noi anziani è una vita piena di problemi e a volte di sofferenze.

Si diventa deboli, con tante malattie e dolori, io poi sono diventata con il tempo quasi cieca.

Ho bisogno di essere aiutata e accompagnata per uscire, la vita oggi è più difficile, non posso più fare quello che voglio come un tempo.
Ma ho avuto la grazia di incontrare la Comunità di Sant’Egidio lungo il cammino della mia vita.

Le voglio dire che l’amicizia con tanti giovani e meno giovani, nonostante fossi più debole, mi ha dato tanta forza, tanta vita, tanto coraggio.

Non mi vergogno di dire, che da anziana ho imparato attraverso l’amicizia, tante cose, senza andare a scuola, ma con la vicinanza e l’affetto di tanti fratelli più giovani.

Innanzitutto ho imparato ad amare il prossimo, come ci chiede Gesù, ad aiutare concretamente chi era più debole di me, chi era più indifeso.

Ho imparato a difendere la vita, innanzitutto di tanti altri anziani abbandonati spesso dalle loro famiglie, andandoli a trovare negli istituti, volendogli bene e lottando con la Comunità per proteggerli.

Da anziana ho scoperto e capito tante cose del mondo, sono diventata una nonna, non solo per i miei nipoti, ma per tanti bambini del mio quartiere, soprattutto nomadi del campo di Tor de Cenci.

Per questo, sono sempre grata ad Andrea che ha creato questa Comunità, in questi anni ho potuto aiutare tante persone bisognose di aiuto, che da sola non avrei mai incontrato.

Oggi la mia famiglia si è allargata a tanti in Italia, in Europa, in Africa, tanti amici e fratelli a cui voglio bene e ne sono ricambiata.

E anche oggi che posso fare di meno perché non vedo, le voglio dire che sono un’anziana serena.

Non mi sento inutile, la preghiera che sempre ha accompagnato la mia vita, oggi è diventata la mia principale occupazione.

La preghiera è non solo il mio più grande conforto nei momenti di difficoltà, ma anche è il mio servizio, la mia amicizia per chi è più debole, per chi è in guerra, per chi è malato, per l’Africa e anche per lei.

Ho pregato molto lo scorso anno quando è caduto a San Pietro a causa di quella signora che voleva toccarla.

Con gli anni non mangio più tanto quanto prima, ma la preghiera è il mio alimento principale e la grande forza che mi fa vivere accanto agli altri anche quando non posso esserci fisicamente.

Santo Padre prego sempre il Signore di non farmi perdere la memoria così che io mi possa ricordare sempre di tutti nella mia preghiera e prego sempre per lei,perché possa dare tanta speranza a questo nostro mondo».

13 novembre 2012

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