Il “sacerdote” Verdone in “Io, loro e Lara”

L’attore romano nei panni di un missionario appena rientrato dall’Africa alle prese con problemi familiari di Massimo Giraldi

Nei prossimi giorni arriva nelle sale il nuovo film di Carlo Verdone, “Io, loro e Lara”. Io è, naturalmente, Verdone stesso; loro sono i suoi familiari; Lara è una ragazza che arriva a rimescolare le carte. Il subbuglio è tanto più forte quando si aggiunge che l’attore romano interpreta il ruolo di un sacerdote.

Dal cuore dell’Africa il missionario padre Carlo, in crisi spirituale, torna a Roma. Invitato dai superiori a una pausa di riflessione, rientra allora in famiglia ma qui cade in un vortice di totale confusione: il padre vedovo ha sposato la badante ucraina; i fratelli Luigi e Beatrice temono per l’eredità e vogliono farlo interdire; e infine arriva Lara, la figlia, che nessuno conosceva, della badante. Invece che sentirsi circondato da affetto e serenità, padre Carlo è assediato da una brutta coltre di rancori, avidità, bugie. E nessuno si mostra disponibile ad ascoltarlo.

Per Verdone rivestire l’abito del sacerdote significa poter guardare le situazioni dal di fuori e crearsi numerose occasioni di sorpresa, imbarazzo, smarrimento. Forse lo stupore del protagonista per ciò che vede è alla lunga un po’ accentuato, e la constatazione che l’Italia è, per motivi opposti, luogo di una differente ma non meno necessaria missione, risuona come finale assai amarognolo. Verdone infatti è bravo a suscitare la comicità a fronte di argomenti per i quali c’è ben poco da ridere.

28 dicembre 2009

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