Il ruolo dei pionieri per le intuizioni “dal basso”
Commercio equo e solidale, finanza etica e altri progetti sono pensati da chi ha saputo gettare il cuore oltre l’ostacolo. Il compito degli “imitatori”: stabilizzare la progettualità dell’innovazione di Fabio Salviato
L’idea, l’intuizione a volte geniale, evidenzia quasi sempre la figura del “pioniere”, cioè di colui che non solo ha avuto per primo l’intuizione, ma che per realizzare quell’idea ha messo non solo tutto se stesso/a, la sua passione, emozione e desiderio di realizzare qualche cosa o iniziativa nuova o innovativa, ma anche tanta volontà e carisma.
Le caratteristiche del pioniere sono spesso il desiderio di innovare, ma anche la capacità di saper ascoltare e capire come trovare una soluzione a bisogni ben precisi. Il pioniere normalmente non si ferma mai davanti alle prime realizzazioni, è come una sentinella che “sposta l’avamposto” più in avanti, sempre alla ricerca di nuovi progetti o di nuovi bisogni.
E questa è molte volte la storia delle intuizioni che “partono dal basso”, come il biologico, il commercio equo e solidale, la finanza etica, i gruppi di acquisto solidali, che sono progetti, sogni, ideali spesso pensati e poi realizzati da persone che per prima cosa oltre all’intuizione hanno saputo “gettare il cuore oltre l’ostacolo” e quindi realizzare iniziative considerate imprese impossibili.
La caratteristica del nostro mercato economico, finanziario e sociale è che se un’iniziativa procede con successo, a questa “seguono” quelli che in economia vengono definiti “gli imitatori”, cioè coloro che cercano di copiare e sviluppare ulteriormente l’iniziativa promossa dai pionieri. Gli imitatori spesso nella realizzazione dei progetti dispongono di mezzi e strutture normalmente superiori a quelle dei pionieri.
Ma quali sono le principali caratteristiche che differenziano un pioniere da un imitatore? L’imitatore tende a stabilizzare la progettualità derivante dall’innovazione apportata dal pioniere, e quindi l’imitatore normalmente non potrà contare sulla capacità innovativa del pioniere. Inoltre un’altra caratteristica tipica del pioniere è il carisma. Se togliamo all’imitatore innovazione e carisma, non resta altro che il prodotto o il progetto, bello ed interessante, ma forse “senz’anima” e forse senza un grande futuro.
Per questo a mio avviso sono importanti tutte e due le figure, ma occorre attenzione da parte dell’imitatore, poiché il pioniere è fondamentale, produce “valore aggiunto”, sa aggregare, sa innovare. L’imitatore non faccia l’errore di “mettere in soffitta” il pioniere, sarebbe un errore fatale.
E così è un po’ la nostra società bloccata, dove molti pionieri intuiscono innovazioni molto utili ed interessanti, ma se va bene queste vengono “filtrate” ed assimilate da un sistema che pensa di essere onnipotente e non capisce che senza il prezioso apporto del fondatore, i cambiamenti non si potranno realizzare.
3 aprile 2013