Il Papa: solidarietà e giustizia, antidoto allo smarrimento

Nella visita pastorale alla comunità di San Patrizio Benedetto XVI, accolto tra gli altri dal cardinale Vallini, ha rinnovato l’invito a divenire consapevoli della presenza di Dio tra gli uomini, premessa della gioia di Daniele Piccini

«Dio non esige niente di straordinario, ma che ciascuno viva secondo criteri di solidarietà e di giustizia; senza di esse non ci si può preparare bene all’incontro con il Signore». Nella terza domenica di Avvento, la domenica “Gaudete”, Papa Benedetto XVI ha visitato la parrocchia di San Patrizio al Colle Prenestino (FOTO) e, nell’omelia dedicata al Vangelo di Luca, ha risposto in questo modo alla domanda dei discepoli di Giovanni Battista, ripresa simbolicamente anche dal parroco don Fabio Fasciani: «Che cosa dobbiamo fare?».

Solidarietà e giustizia sono gli antidoti allo smarrimento. Una comunità di circa 8mila persone, quella di San Patrizio, parrocchia a est di Roma, appena fuori dal Grande raccordo anulare, che il parroco romano di 42 anni, nel suo saluto al Santo Padre, vede minacciata da «falsi idoli», «attaccata dai lupi rapaci del materialismo e della scristianizzazione» e messa in difficoltà dalla crisi economica. Come i discepoli di Giovanni Battista sulle rive del fiume Giordano, i tremila fedeli che affollano la chiesa e il sagrato cercano una direzione. Papa Benedetto XVI indica loro l’unica sicura: «Dio c’è, Dio è buono, Dio è vicino. Gesù reca agli uomini la salvezza, una nuova relazione con Dio che vince il male e la morte, e porta la vera gioia per questa presenza del Signore che viene a illuminare il nostro cammino, spesso oppresso dalle tenebre e dall’egoismo. E possiamo riflettere se realmente siamo consapevoli di questo fatto della presenza del Signore tra noi: che non è un Dio lontano ma un Dio con noi, un Dio in mezzo a noi, che sta con noi qui nella Santa Eucaristia, sta con noi nella Chiesa viva. E noi dobbiamo essere portatori di questa presenza di Dio. E così Dio gioisce per noi e noi possiamo avere la gioia».

La stessa visita di Benedetto XVI a una parrocchia della sua diocesi, tradizionale consuetudine del Pontefice in Quaresima e in Avvento, è risposta allo smarrimento. Oggi, per i parrocchiani di San Patrizio, la presenza di Gesù nella vita dell’uomo è materialmente visibile attraverso la presenza di Benedetto XVI, davanti al quale, ha detto don Fasciani, «stiamo non come davanti a una persona famosa, ma come i discepoli stavano davanti a Gesù, come i figli stanno davanti ai padri». Sono proprio le famiglie del quartiere Colle Prenestino quelle che Benedetto XVI ha incontrato per prime. Dopo l’arrivo alle 9.30, nel corridoio che collega la sagrestia con l’abside, il Santo Padre ha benedetto i bambini battezzati nel 2012. Tra loro la piccola Sofia, accompagnata da papà Roberto e mamma Chiara, al nono mese di gravidanza: al “pancione” e alla bambina non ancora nata Benedetto XVI ha riservato un saluto particolare. Poi l’ingresso nella chiesa, costruita nel 2007, e la liturgia eucaristica, concelebrata dal cardinale vicario Agostino Vallini, dal vescovo ausiliare del settore est, monsignor Giuseppe Marciante; monsignor Arnaldo D’Innocenzo, primo parroco di San Patrizio, dal 1973; dall’attuale parroco don Fabio Fasciani, succeduto nel 2009 a don D’Innocenzo; dai sacerdoti collaboratori della parrocchia e da due cappellani dell’Università di Tor Vergata.

Al termine dell’omelia il Papa ha rivolto ancora «uno speciale pensiero alle famiglie, con l’augurio che possano pienamente realizzare la propria vocazione all’amore con generosità e perseveranza» e, infine, ha invitato i giovani della parrocchia ad essere «veri protagonisti della nuova evangelizzazione, mettendo fresche energie, entusiasmo e capacità a servizio di Dio e degli altri, nella comunità».

17 dicembre 2012

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