Il Papa: «L’amore sia la vostra missione»

L’invito del Santo Padre durante la veglia di sabato 19 luglio nell’area dell’ippodromo di Randwick, a Sydney, con centinaia di migliaia di giovani di Angelo Zema

Una preghiera comune per l’unità, in ascolto delle voci dell’umanità che anela ad un’appartenenza. Pronti ad accogliere i doni dello Spirito Santo, che «imprimono la direzione e danno la definizione della nostra testimonianza»; doni da liberare per vivere l’amore, «unificante» e «durevole». In questa preghiera per il dono dell’unità, a cui Benedetto XVI ha invitato le centinaia di migliaia di giovani radunati nella serata (australiana) di oggi, sabato 19 luglio, per la veglia a Sydney, nell’area dell’ippodromo di Randwick, c’è il senso della XXIII Giornata mondiale della gioventù.

Il Papa, nell’omelia, ha parlato di un mondo «fragile», indebolito da profonde ferite, di una società frammentata a causa del relativismo, della ricorrente tentazione di «aggirare o scavalcare le debolezze ed i fallimenti umani per creare un’unità perfetta, un’utopia spirituale». Il Santo Padre ha invitato i giovani a vigilare e ad ascoltare. «Attraverso le dissonanze e le divisioni del mondo, potete voi udire la voce concorde dell’umanità? Dal bimbo derelitto di un campo nel Darfur ad un adolescente turbato, ad un genitore in ansia in una qualsiasi periferia, o forse proprio ora dalle profondità del vostro cuore – ha sottolineato -, emerge il medesimo grido umano che anela ad un riconoscimento, ad un’appartenenza, all’unità».

Benedetto XVI ha rassicurato i ragazzi della XXIII Gmg, provenienti da ogni parte del mondo, ricordando loro che «Dio è con noi nella realtà della vita» e che lo Spirito Santo «ci riporta alla comunione con la Trinità». Non è facile, ha ammesso il Papa, comprendere lo Spirito, «Persona dimenticata della Trinità». E ha attinto ad un ricordo personale, a quando, ancora ragazzino, i genitori gli insegnarono il segno della Croce e a quando, da giovane sacerdote, si ritrovò a leggere Sant’Agostino. «La sua comprensione dello Spirito Santo si sviluppò in modo graduale: fu una lotta», ha spiegato Benedetto XVI, che ha indicato tre particolari intuizioni dello Spirito – «unità, amore che permane, dono» – proposte dal vescovo di Ippona. Osservandole, ha aggiunto il Papa, emergono «i limiti di ciò che perisce, la follia di una mentalità consumistica».

Da qui l’appello ai giovani: «Ispirati dalle intuizioni di Sant’Agostino, fate sì che l’amore unificante sia la vostra misura; l’amore durevole sia la vostra sfida; l’amore che si dona la vostra missione». Grazie ai doni dello Spirito, che nella Messa conclusiva (iniziata alle 2 italiane di oggi) sono conferiti a 24 giovani. «Lasciate che i suoi doni vi plasmino!» , ha esortato il Santo Padre. «Fate sì che la vostra fede maturi attraverso i vostri studi, il lavoro, lo sport, la musica, l’arte. Fate in modo che sia sostenuta mediante la preghiera e nutrita mediante i sacramenti. Alla fine, la vita non è semplicemente accumulare. Essere veramente vivi è essere trasformati dal di dentro, essere aperti alla forza dell’amore di Dio». Al termine, un saluto specifico agli italiani: «Custodite la fiamma che lo Spirito Santo ha acceso nei vostri cuori».

19 luglio 2008

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