Il Papa al Rinnovamento: «Il diavolo cerca di distruggere la famiglia»

In 50mila allo stadio Olimpico per la 37ma Convocazione del movimento ecclesiale. Francesco: «Famiglia Chiesa domestica, dove Gesù cresce, nell’amore dei coniugi, nella vita dei figli» di Angelo Zema

Uno stadio affollato da oltre 50mila persone, canti e ovazioni, e il “capitano” che scende in campo per incoraggiare quel popolo, parlando di giovani e famiglia. Come quando auspica: «Il Signore benedica la famiglia e la faccia forte in questa crisi nella quale il diavolo vuole distruggerla». È Francesco il “capitano” di quella grande squadra che è Rinnovamento nello Spirito Santo, rappresentata da quei 50 mila per due giornate, il 1° e il 2 giugno, all’Olimpico di Roma. Un protagonista d’eccezione per la 37esima Convocazione del movimento ecclesiale, ricca di novità, per la prima volta con un Papa, per la prima volta a Roma, “traslocata” temporaneamente dall’abituale sede di Rimini. Accanto a lui, il cardinale Vallini, che presiede la celebrazione eucaristica conclusiva, i cardinali Comastri e Rylko, il vescovo Galantino.

Due giornate intense, con circa tremila pellegrini provenienti dai vari Paesi del mondo, sul tema “Convertitevi! Credete! Ricevete lo Spirito Santo! Per una Chiesa in uscita missionaria”. Relazioni, testimonianze e perfino un flash-mob che canta la Chiesa. Padre Cantalamessa e altri testimoni storici del Rinnovamento. E naturalmente il presidente Salvatore Martinez: è proprio lui ad evocare per Bergoglio l’immagine del “capitano” e a parlare dello Spirito Santo come “il nostro allenatore”.

Al centro della festa ci sono i novanta minuti con il Papa, la durata di una partita di calcio, la partita della fede. La prima parte è fatta di dialogo, con le risposte di Francesco ad alcune testimonianze. «Le famiglie sono la Chiesa domestica, dove Gesù cresce, nell’amore dei coniugi, nella vita dei figli. E per questo il nemico attacca tanto la famiglia: il demonio non la vuole! E cerca di distruggerla, cerca di far sì che l’amore non sia lì».

Ai sacerdoti raccomanda «vicinanza a Gesù Cristo, nella preghiera e nell’adorazione; e vicinanza alla gente». Poi incoraggia i giovani: «Sarebbe triste che un giovane custodisse la sua gioventù in una cassaforte: così questa gioventù diventa uno straccio; non serve a niente. La gioventù è per rischiarla, per scommetterla su cose grandi». Quindi il Papa abbraccia una non vedente. «I fratelli e le sorelle che soffrono, che hanno una malattia, che sono disabili, sono unti dalla sofferenza di Gesù Cristo. Questa unzione la portano avanti per tutta la Chiesa». Poi, un pensiero agli anziani: «Sono la nostra forza e la nostra saggezza. Che il Signore ci dia sempre anziani saggi! Anziani che diano a noi la memoria del nostro popolo, la memoria della Chiesa».

Prima del discorso vero e proprio, una preghiera di Francesco: «Signore, guarda al tuo popolo in attesa dello Spirito Santo. Guarda ai giovani, alle famiglie, agli ammalati, ai sacerdoti, alle consacrate, ai consacrati. Guarda a noi vescovi e concedi a noi tutti quella santa ubriachezza dello Spirito che ci fa parlare tutte le lingue della carità ed essere sempre vicini a chi è nel bisogno. Insegnaci a non lottare tra noi per un pezzo in più di potere. Insegnaci a essere umili, ad amare piu la Chiesa che il nostro partito».

Il secondo tempo della “sua” partita con Rinnovamento il Papa la gioca parlando proprio del movimento, con una confidenza. «Come voi forse sapete – perché le notizie corrono – nei primi anni del Rinnovamento Carismatico a Buenos Aires, io non amavo molto questi Carismatici. Dicevo di loro: “Sembrano una scuola di samba!”. Dopo, ho incominciato a conoscerli e alla fine ho capito il bene che il Rinnovamento Carismatico fa alla Chiesa. E questa storia finisce in un modo particolare: pochi mesi prima di partecipare al Conclave, sono stato nominato dalla Conferenza episcopale assistente spirituale del Rinnovamento Carismatico in Argentina».

Francesco definisce il Rinnovamento Carismatico «una grande forza al servizio dell’annuncio del Vangelo» e mette in guardia dal pericolo dell’«eccessiva organizzazione», dalle lotte interne e dalla tentazione di essere «controllori della grazia» invece che «dispensatori». Infine un appuntamento. «Aspetto tutti voi, carismatici del mondo, per celebrare, insieme al Papa, il vostro grande Giubileo nella Pentecoste del 2017 a piazza San Pietro».

3 giugno 2014

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