Il Papa agli anziani: Vivere è bello anche alla nostra età

Nell’Anno europeo dell’invecchiamento attivo Benedetto XVI si è recato in visita alla casa famiglia “Viva gli anziani” della Comunità di Sant’Egidio: «Vengo tra voi come vescovo ma anche come coetaneo» di Marta Rovagna

Il saluto di Enrichetta al Santo Padre

«È bello essere anziani! Non bisogna mai farsi imprigionare dalla tristezza, abbiamo ricevuto il dono di una vita lunga, vivere è bello anche alla nostra età, nonostante qualche “acciacco” e qualche limitazione. Nel nostro volto ci sia sempre la gioia di sentirci amati da Dio». È con queste parole che papa Benedetto XVI si è rivolto ieri mattina, 12 novembre 2012, agli anziani della casa-famiglia “Viva gli anziani” della Comunità di Sant’Egidio a Roma, (FOTO) dove si è recato in visita in occasione dell’Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni. È stata una grande festa per la Comunità accogliere il Santo Padre, che ha visitato la struttura accompagnato dal presidente Marco Impagliazzo, dal ministro Andrea Riccardi, fondatore della Comunità romana, dal vescovo Matteo Zuppi e dai volontari che da anni lavorano accanto agli anziani.

Benedetto XVI, che ha visitato l’appartamento per gli ospiti, intrattenendosi con loro e ascoltandoli in un clima di grande emozione e affetto, ha confidato agli ospiti della casa: «Vengo tra di voi come vescovo di Roma, ma anche come anziano in visita ai suoi coetanei. Conosco bene le difficoltà, i problemi e i limiti di questa età, e so che queste difficoltà, per molti, sono aggravate dalla crisi economica. Alla nostra età facciamo spesso l’esperienza del bisogno dell’aiuto degli altri; e questo avviene anche per il Papa. Il bisogno di aiuto è una condizione dell’anziano: vorrei invitarvi a vedere anche in questo un dono del Signore, perché è una grazia essere sostenuti e accompagnati, sentire l’affetto degli altri».

Sono 28 gli anziani ospitati nella struttura nel cuore del Gianicolo: una palazzina con diverse case famiglia e un supporto h24 degli operatori. «Questo luogo è nato per chi non può più vivere a casa propria – ha spiegato Impagliazzo – per la poca autonomia, la perdita di alloggio, i conflitti familiari, la povertà. Per ridurre il numero dei ricoveri in megastrutture, abbiamo attuato esperienze di co – housing, convivenze di anziani, condomini protetti, case famiglia. E poi, con la visita regolare di molti di noi, sosteniamo migliaia di anziani negli istituti e soli a casa». Oggi a Roma il servizio agli anziani della Comunità di Sant’Egidio raggiunge 18mila persone, seguite da circa 800 volontari.

Nel corso del suo intervento Bendetto XVI ha ricordato come occorra «operare con maggiore impegno, iniziando dalle famiglie e dalle istituzioni pubbliche, per fare in modo che gli anziani possano rimanere nelle proprie case. La sapienza di vita di cui sono portatori è una grande ricchezza, la qualità di una società, vorrei dire di una civiltà, si giudica anche da come gli anziani sono trattati e dal posto loro riservato nel vivere comune. Chi fa spazio agli anziani fa spazio alla vita! Chi accoglie gli anziani accoglie la vita!». E questa realtà si realizza proprio nella casa famiglia: «Gli anziani – ha concluso Impagliazzo – continuano a sperare, sostenuti dai giovani e dagli adulti, fattisi loro compagni. La speranza rinasce quando si ricrea un clima familiare: giovani e anziani insieme uniti, come fossero una famiglia».

13 novembre 2012

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