Il messaggio di Papa Francesco, fonte di energia

“Camminare, costruire, confessare” nel segno della Croce: un programma per l’avvenire. La testimonianza del Santo Padre irrompe in questi giorni come una luce risanatrice di Elisa Manna

“Me lo tatuerei sul braccio”. Mi ha guardato come folgorato, come se gli avessi rivelato chissà quale formula della felicità. Così un amico cinquantenne, quando gli ho ricordato l’espressione utilizzata da Papa Francesco nella Messa con i cardinali, “Camminare, costruire, confessare”, rimbalzata sui media nei primissimi giorni dopo la sua elezione al ministero petrino.

Perché questa frase ha colpito tanto, ha illuminato tanto quell’uomo? Cos’ha trovato che immediatamente lo ha arricchito, lo ha fatto sentire più forte, più vitale? Chiediamoci, in quale brodo di coltura viviamo tutti i giorni, in quale poltiglia di messaggi annaspiamo cercando ogni giorno di riannodare i fili di una scommessa personale di vita piena?

La mattina accendiamo la radio e giù una sfilza di problemi sociali e politici che ci sovrastano, ci fanno sentire impotenti, come se, al di là dell’esercizio di cittadinanza del voto, poi comunque le cose fossero più grandi di noi, seguissero logiche che ci sfuggono, diktat di poteri sovranazionali, influenze che non controlliamo. E come se questo non bastasse ad atterrarci il morale, un profluvio di cronaca nera, e quando non ci sono casi nuovi,”cold case”, vecchi casi vengono ripompati dai media per fare curiosità morbosa, catturare l’attenzione, inchiodare il radioascoltatore e non fargli cambiare canale.

In ufficio, un’occhiata veloce al giornale, di carta o elettronico, rafforza ,come direbbero gli inglesi, lo stesso “mood”, la stessa atmosfera: crisi economica che ormai sembra essersi acclimatata da queste parti e ogni tanto manifesta riacutizzazioni, nuovi motivi di preoccupazione, altre prove da superare.
Poi ci pensa la giornata, con le sue mille difficoltà a completare l’opera: e la sera, oltre la stanchezza, la sensazione che questa vita non ci piace, ci frustra, ci abitua pian piano a perdere l’entusiasmo, la gioia, la voglia di fare. Questa temperie culturale cupa, in cui i momenti di ripresa dovrebbero essere costituiti dalle piccole affermazioni personali,dagli ”avevo ragione io”, oppure dall’ansia di dimostrare “sono il più bravo” non ci porta da nessuna parte e questo forse l’abbiamo capito in molti. Né basta a rallegrarci l’acquisto, quando possiamo ,di questo o quel bene di consumo: sono soddisfazioni che durano il tempo dell’acquisto o poco più.

Ricordo ancora lo sguardo vuoto e triste di un’amica di mia figlia, rampolla di una famiglia di industriali, quando entrando in un negozio di abbigliamento per adolescenti, comprava mezzo negozio e poi con un cenno invitava la guardia del corpo a passare alla cassa con la carta di credito della madre: la gioia dell’acquisto compulsivo durava nei suoi occhi un minuto o due per poi sprofondare di nuovo nella sua solitudine. No, non sono le ricette liberiste, non è il consumo e neanche la patetica religione dell’autoaffermazione professionale ossessiva che può riempirci l’anima.

“Camminare, costruire, confessare” nel segno della Croce, nella religione dell’amore. Non cederei mai alle tentazioni di questa cultura disperata, che ci vuole annientati, passivi consumatori e niente di più. E l’apertura ecumenica di Papa Francesco ai non credenti, a chi cerca e non si accontenta di una vita senza profondità, di una vita “a una dimensione” – come la definiva un filosofo (profetico) degli anni Settanta – e il suo invito a non stancarsi di chiedere perdono a Dio, irrompono in questi giorni prima della Pasqua come una luce risanatrice, come una nuova fonte di energia.

Come ogni anno, le televisioni celebreranno la Pasqua con la trasmissione di vecchi film sulla vita del Cristo: opere quasi sempre belle e dense di spiritualità. Ma quest’anno non ci accontentiamo di queste riflessioni da cineforum: che sia davvero Pasqua di resurrezione. “Camminare, costruire, confessare” è un invito per tutti i giorni a venire.

27 marzo 2013

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