Il fenomeno “migrazioni” in una rassegna di cinema indipendente

Da oggi all’Augustus il Tekfestival 2006, sul tema “Ai confini del mondo… dentro l’occidente”: 100 film in 9 sezioni di Federica Cifelli
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Al via da oggi, al cinema Augustus (corso Vittorio Emanuele 203), la quinta edizione del Tekfestival, rassegna internazionale di cinema indipendente sulle migrazioni, che si concluderà martedì 9 maggio. “Ai confini del mondo… dentro l’occidente”: questo il tema della manifestazione, che propone la più recente produzione di cinema indipendente e sociale, ospitando nelle 9 sezioni in cui è articolata anche numerose premiere internazionali. In tutto, sono 100 i titoli in programma, che scandaglieranno «i più coinvolgenti scenari della contemporaneità attraverso lavori di grande respiro ma anche a partire da piccole e significative storie di vita quotidiana», spiegano gli organizzatori.

Una vera e propria “Rassegna europea sull’immigrazione” è quella proposta nella sezione Wop (With out passport/papiers), nata dalla collaborazione tra il Tekfestival e il laboratorio Nova Cinema di Bruxelles. È la novità della rassegna 2006: la prima tappa di un progetto itinerante che si che si avventurerà nel nodo delle migrazioni attraverso 16 titoli di autori e autrici europee, presentando lavori in anni diversi e dedicati a temi eterogenei. Si tratta di «un lavoro di ricerca e riflessione che è in evoluzione ed è costruito in varie tappe. Andando oltre i luoghi comuni e gli stereotipi, il percorso proposto approfondirà diversi aspetti del fenomeno “migrazioni”». Le frontiere ei flussi migratori, ma anche le partenze e le storie che stanno dietro agli arrivi in Europa; i criteri adottati dai diversi Stati europei per regolare l’accoglienza di quanti varcano le loro frontiere; la nascita dei Centri di permanenza temporanei e le sollecitazioni che pongono «al diritto e ai diritti umani in particolare»; l’impatto della seconda o terza generazione di immigrati sul concetto generico di intergrazione. E infine uno sguardo su come a livello locale le comunità immigrate convivono con quelle “autoctone”, sulla loro quotidianità.

«Crediamo che affrontare questo tema sia ormai, e al di là di ogni retorica, semplicemente una questione di responsabilità rispetto alla “posizione” che ognuno di noi, come soggetto collettivo ma anche come singolo, occupa nell’attuale geografia sociale – dichiarano gli organizzatori della rassegna -. Abbiamo cercato di costruire un percorso di visioni che toccano in particolare aspetti quali la questione dei diritti dei rifugiati e dei rimpatri forzati, con “La Blessure”; gli spostamenti legati all’industria del sesso, con “Remote Sensing”; le storie di chi cerca un posto nel mondo, con “Exoticore” e “Il viaggio della speranza”; i Centri di permanenza temporanei e d’internamento, con “Mare Nostrum” e “Na drugi”; ma anche la vita sul crinale di un confine, con “Struggle”, “Calais” e “Paralelo 36/Latitude 36”, e tanto altro ancora».

Wop, all’interno del più ampio progetto culturale dedicato allo sfaccettato modello di sviluppo occidentale, è un lavoro in corso: a settembre si sposterà a Bruxelles e poi in altri luoghi, arricchendosi di volta in volta di nuovi materiali e sguardi. Nel corso degli appuntamenti in programma nella Capitale a partire da stasera alle 20 ospiterà alcuni dei registi e delle registe dei film in programma che introdurranno i propri lavori, avvalendosi, tra l’altro, della collaborazione della storica Enrica Capussotti, che racconterà come il cinema italiano ha rappresentato le migrazioni. In una delle giornate di programmazione, poi, sarà ospitata anche la redazione di “Giravolte”, che presenterà il numero zero della rivista on-line dedicata al tema della multiculturalità.

Per informazioni e per conoscere il programma dettagliato delle proiezioni consultare il sito internet della rassegna.

4 maggio 2006

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