Il Ceis investe nella lettura

Aperta la biblioteca Popolare del Centro italiano di solidarietà nel quartiere Ostiense. Tra gli ospiti lo scrittore e saggista Erri de Luca di Laura Badaracchi

Cominciare la giornata all’alba, dedicando mezz’ora alla lettura della Bibbia in lingua originale: Erri De Luca ha preso quest’abitudine vent’anni fa, quando lavorava come operaio e doveva alzarsi di buon mattino. «Per resistere alla fatica e alla forza di svuotamento totale di quel mestiere ripetitivo, ho iniziato a studiare la Scrittura in ebraico antico, per avere in bocca e in tasca una caparra che mi accompagnasse: parole che ripetevo dentro di me, come un ritornello nella testa».

Si è appassionato all’ebraico antico, da non credente, «perché è la prima lingua che ha ospitato la notizia del monoteismo, e conserva una forza che diminuisce nelle traduzioni», ha confidato De Luca, spiegando che il suo incontro mattutino con la Scrittura «è diventato un’abitudine fisica: mi alzo contento di avere questo appuntamento». La lettura, dunque, può diventare per chi la frequenta quotidianamente una sorta di «protezione o salvacondotto» nell’arco delle 24 ore.

Lo scrittore – romanziere e poeta, saggista e traduttore di alcuni libri della Scrittura – l’ha raccontato lunedì scorso (24 maggio) durante l’inaugurazione della biblioteca popolare del Centro italiano di solidarietà, in uno degli edifici del complesso in via Ambrosini 129. La struttura, sorta vicino alla biblioteca scientifica «Agorà», offre un servizio che consente lettura in sede, prestito di libri e ricerca accompagnata dai bibliotecari.

«Con questa iniziativa vogliamo trasmettere la conoscenza del mondo che i libri ci possono dare», ha esordito Floriana Belardini, responsabile della biblioteca: un progetto realizzato anche grazie alla «grande generosità del quartiere: tanti volumi sono frutto di una donazione». E l’iniziativa era stata appoggiata con entusiasmo dal vicepresidente del Ceis di Roma, Juan Pares Plans, scomparso improvvisamente il 18 ottobre scorso dopo quasi quarant’anni di impegno per lo sviluppo del Centro e della Federazione italiana comunità terapeutiche.

«Vogliamo che questo luogo rimanga un ambiente informale in cui instaurare un rapporto significativo tra lettori e bibliotecari, contribuendo nel nostro piccolo a creare maggiore confidenza e familiarità tra i romani e i libri», ha auspicato Belardini, precisando l’idea di fondo del progetto: «Recuperare la filosofia delle biblioteche popolari degli albori, aprirsi al pubblico locale con orari accessibili a tutti tenendo conto di chi lavora, sensibilizzare alla lettura consigliando con discrezione gli utenti».

Un aspetto rimarcato anche dal direttore della rivista Ceis «Il delfino», Enzo Caffarelli: «Speriamo che la biblioteca diventi un punto di riferimento per il territorio». Sulla valenza della nuova struttura ha insistito Andrea Catarci, presidente del Municipio XI, definendola «un regalo e un punto d’incontro importante, che si aggiunge all’altra biblioteca aperta in via Ostiense, all’interno del Caffè letterario». Due luoghi che da soli non bastano «per rispondere alla domanda di attività culturali formulata dai cittadini», ha osservato Catarci, elogiando l’impegno del «volontariato laico e cattolico» in questo e altri settori d’intervento: «Sicuramente questa opera del Ceis rappresenta un pezzo di vita sociale e un valore aggiunto per il Municipio XI; offriamo la nostra disponibilità per organizzare insieme incontri, momenti di confronto e dialogo».

Quindi la biblioteca è chiamata «ad avere un’anima ricca e pulsante e pronta ad accogliere tutti, alla portata di chiunque voglia avvicinarsi», ha concluso la responsabile, assicurando che verranno adottate diverse «strategie per avvicinare il libro ai lettori: seminari di sensibilizzazione, attività di promozione culturale, presentazioni di nuove opere da parte degli autori».

31 maggio 2010

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