Il cardinale Vallini in visita a Tor de’ Cenci
Il vicario del Papa per la diocesi di Roma si è recato, il 5 luglio, nell’insediamento rom a ridosso della Pontina, dove vivono circa 350 persone, incontrando anche i volontari e il comitato di quartiere di Alberto Colaiacomo
«Una visita pastorale espressione dell’impegno e della vicinanza della Chiesa di Roma, sollecita verso tutte le condizioni di povertà e attenta a promuovere una cultura di integrazione». Così il cardinale vicario Agostino Vallini ha descritto il significato della sua visita compiuta al campo rom di Tor de’ Cenci lo scorso 5 luglio. Il vicario del Santo Padre ha voluto incontrare personalmente i rom, i volontari delle associazioni che vi operano e il comitato di quartiere che chiede la chiusura dell’insediamento. Quello di Tor de’ Cenci è definito dal Comune di Roma come un campo «tollerato» in cui vivono circa 350 persone, la maggior parte già con cittadinanza italiana o nate in Italia, originarie però della Bosnia e della Macedonia. L’insediamento, a ridosso della via Pontina, è sorto ufficialmente nel 1995 come area attrezzata e urbanizzata per ospitare i rom. Nel corso degli anni, però, è seguito un progressivo abbandono nella cura del sito con conseguenti forti contrasti tra i rom e la popolazione del quartiere.
Negli ultimi giorni le polemiche si sono fatte più pressanti per il possibile spostamento degli abitanti, deciso dal Comune di Roma, nel nuovo insediamento La Barbuta: scelta, questa, auspicata da uno dei comitati di quartiere ma contrastata dalle associazioni che operano per i rom, che vedono nel trasferimento il pericolo di sradicamento per i bambini, nati e cresciuti nel quartiere, molti dei quali iscritti nelle scuole della zona. Un clima particolare ha quindi salutato la visita del cardinale Vallini, accompagnato dal direttore della Caritas diocesana, monsignor Enrico Feroci. L’incontro avviene a due settimane di distanza da un’analoga visita compiuta dal ministro per l’Integrazione Andrea Riccardi, che si è rivelato da subito fruttuoso e incoraggiante per promuovere il dialogo tra le parti interessate. Il percorso del cardinale nel campo ha avuto inizio nella roulotte dove la scorsa estate perse la vita un bambino di un anno, folgorato da un cavo elettrico mentre giocava sul pavimento. Il cardinale Vallini si è soffermato a lungo con la nonna, a cui il bimbo era stato affidato al momento dell’incidente, prima di proseguire e incontrare alcune giovani coppie che vivono in varie baracche o container.
Al termine della visita, nel piazzale posto all’ingresso del campo, il vicario di Roma ha salutato gli abitanti impartendo la benedizione e invitandoli alla preghiera. Il cardinale ha anche voluto ricordare loro «la necessaria osservanza delle leggi quale presupposto indispensabile per una più facile accoglienza da parte dei cittadini». Prima di lasciare l’accampamento, il porporato è entrato nel merito di una delle ragioni di contrasto con il quartiere, ammonendo gli abitanti del campo che lavorano nella raccolta dei materiali ferrosi a «non bruciare i copertoni delle gomme perché così facendo compromettete anche la vostra salute e allontanate la benevolenza delle persone del quartiere». Inoltre, ha continuato, «cercate di tenere più pulito l’interno del campo. Fatelo soprattutto per voi e per i vostri bambini. Aiutatevi gli uni con gli altri per rendere questo posto ancora più bello». Il cardinale Vallini si è poi recato nella parrocchia di Gesù Divin Salvatore dove, insieme al parroco don Cicero de Almeida, ha incontrato il comitato di quartiere che chiede la chiusura del campo. Ascoltando le ragioni dei presenti, ha specificato di non voler entrare nel merito di questioni che «rientrano nella competenza delle istituzioni». Ricordando poi la «necessaria collaborazione tra tutte le parti interessate», il vicario di Roma ha auspicato l’impegno di tutti per promuovere «un circolo virtuoso che riesca a emancipare i rom attraverso l’istruzione e il lavoro»; solo così, ha proseguito, «potranno essere superati i campi, veri luoghi di emarginazione».
9 luglio 2012