I giovani puntano ancora sulla famiglia

Una ricerca di Istituto Toniolo e Ipsos mette a fuoco le aspettative dei ragazzi e la voglia di solidità che li accompagna. Per più della metà degli intervistati è un «rifugio dal mondo» di Lorena Leonardi

Nonostante le difficoltà e la crisi economica, la famiglia rimane una certezza. È quanto emerge dall’indagine condotta dall’Istituto di studi superiori Giuseppe Toniolo e un gruppo di docenti dell’Università Cattolica con il supporto tecnico-statistico dell’Ipsos.

La ricerca si basa su un campione di 9mila giovani tra i 18 e i 29 anni, ma i risultati emersi riguardano le prime 2.400 interviste, già sufficienti per trarre indicazioni e tendenze. Secondo l’indagine, quasi il 60% dei giovani intervistati afferma di puntare sulla famiglia, non rinuncia a pensare di poterne formare una propria e la vede composta mediamente da almeno due figli. Solo una marginale minoranza (il 9,2% fra gli uomini e solo il 6,2% fra le donne) pensa di non creare affatto una famiglia propria.

Se in passato la grande maggioranza dei giovani usciva dalla casa dei genitori in occasione del matrimonio, ora non è più così, sebbene in Italia il matrimonio continui a mantenere un ruolo centrale. Secondo i dati prodotti da Ipsos, le relazioni tra genitori e figli sono da sempre molto forti nel nostro Paese, perché il nucleo famigliare d’origine rappresenta un punto di riferimento stabile e affidabile al quale fare riferimento in ogni situazione di difficoltà o di disorientamento nelle scelte di vita.

La famiglia d’origine, infatti, viene intesa dall’87% dei giovani intervistati come un «luogo in cui ciascuno può esprimersi» e dal 64,6% come un ambiente in cui «entrare in relazione con gli altri». Per due giovani su tre (oltre il 66%) è «un luogo di apprendimento primario sia delle modalità di relazione con il contesto sociale sia dal punto di vista delle regole». Per più della metà degli intervistati si configura come «rifugio dal mondo», e per oltre il 60% degli intervistati «la famiglia è la cellula fondamentale della nostra società e si fonda sul matrimonio».

«La dinamica di scambio tra famiglia e società – spiega Alessandro Rosina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – si conferma basata su processi di scissione e di compensazione anziché sulla trasformazione. I genitori, prolungando gli aspetti protettivi in famiglia, compensano l’ingiustizia del sociale che inconsapevolmente contribuiscono a produrre».

1° giugno 2012

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