Giovani a rischio, servono le famiglie di prossimità

Parte a ottobre un ciclo di incontri, organizzato dal centro diocesano per la pastorale familiare, per illustrare percorsi di accompagnamento ad adolescenti e minori non accompagnati di Graziella Melina

Papa Francesco lo ha chiesto più volte ai fedeli in occasione della giornata mariana: «Quante volte ci diciamo grazie in famiglia? È una delle parole chiave della convivenza. “Permesso”, “scusa”, “grazie”: se in una famiglia si dicono queste tre parole, la famiglia va avanti». Ed è proprio partendo dall’importanza per tutti i ragazzi di poter contare su una famiglia che li accompagni e li supporti, che il Centro per la pastorale familiare del Vicariato di Roma insieme all’associazione FuoriDellaPorta ha ideato il progetto InFamiglia.

L’iniziativa educativa e pastorale, che prevede un percorso di 4 incontri al Pontificio Seminario Romano Maggiore a partire dal 17 ottobre, «si rivolge – spiegano gli organizzatori – a tutti i nuclei familiari che desiderino conoscere percorsi di accompagnamento ad adolescenti romani, minori non accompagnati, giovani immigrati di seconda generazione, ragazze che escono dal circuito della prostituzione, che urgono di una famiglia – o più semplicemente di una prossimità adulta – che per tante ragioni non hanno più».

«È una occasione che si offre alle famiglie, alle coppie – sottolinea don Giovanni Carpentieri, assistente ecclesiastico di FuoriDellaPorta – per mettersi a fianco di un adolescente che ha difficoltà. Questo nostro progetto parte infatti da alcune domande di fondo: di chi sono figli questi ragazzi, la famiglia è una realtà soltanto biologica? La genitorialità è soltanto quella strettamente anagrafica? Noi riteniamo invece che la comunità ecclesiale debba mettersi a servizio, accompagnare e seguire questi ragazzi, come un buon samaritano». Il percorso educativo non ha l’intento esclusivo di «aggiornamento didattico», ma mira a lanciare nel vivo l’azione pastorale.

«Vogliamo fornire il kit di strumentazione, la cassetta degli attrezzi – rimarca don Carpentieri – perché le famiglie, le coppie, ma anche i single, siano in grado di mettersi accanto ad un giovane in difficoltà. Sappiamo bene che le famiglie stesse si ritrovano all’interno con dei drammi. La comunità ecclesiale di Roma deve poter creare ospedali da campo per queste realtà e rendere ordinarie tali attività, come l’oratorio, la catechesi. Non si può più procrastinare. Con il progetto InFamiglia vogliamo fornire una formazione operativa e far conoscere i percorsi metodologici più opportuni. Ci rivolgiamo pertanto a coloro che intendano gradualmente e di persona coinvolgersi in un impegno educativo e pastorale e avere poi la possibilità di attivarsi concretamente nella fase di accompagnamento del giovane».

Per partecipare agli incontri formativi è necessario far pervenire l’iscrizione entro il 13 ottobre (e-mail: luca.pasquale@vicariatusurbis.org, telefono 06.69886211).

14 luglio 2014

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