Giordano: consumi delle famiglie come 30 anni fa

Le riflessioni del segretario generale dell’Associazione difesa dei consumatori e ambiente, su liberalizzazioni, accesso al credito e indebitamento delle famiglie in questo tempo di crisi di Graziella Melina

«La lotta all’evasione fiscale e le tasse sui consumi devono servire per abbattere la tassazione su buste paga e pensioni». Se si adottasse come provvedimento prioritario, spiega Pietro Giordano, segretario generale dell’Adiconsum, l’Associazione difesa consumatori e ambiente promossa dalla Cisl, si potrebbero «liberare risorse per riattivare i consumi» e innescare quindi «un circuito virtuoso sul sistema produttivo».

L’inflazione annua continua ad aumentare. Secondo le stime dell’Istat a febbraio è passata dal 3,2% del mese prima a 3,3%. Come incidono questi dati nella vita di tutti i giorni?
Da un po’ di mesi a questa parte uno dei problemi fondamentali è il prezzo dei carburanti che pesa enormemente anche sul costo dei beni di prima necessità. Il 92% dei prodotti di questo Paese viaggia su gomma, e questo si ripercuote su tutta la filiera. In più c’è il problema dell’aumento dell’Iva che ha creato l’effetto domino, per cui qualche commerciante ha “giocato” sugli arrotondamenti. Se poi consideriamo che a settembre la percentuale Iva aumenterà ulteriormente, è chiaro che tutto questo si ripercuoterà sul peso dell’inflazione.

E quindi anche su un ulteriore calo dei consumi.
Sì, i consumi sono ritornati a quelli di 30 anni fa. Il sistema sta incidendo pesantemente anche perché, nonostante si dica che la tassazione abbia superato il 45%, noi siamo convinti che sia oltre il 50%. C’è dunque un problema di imposizione fiscale non solo a livello nazionale ma anche a livello decentrato: Province, Comuni, amministrazioni in genere, per coprire i buchi di bilancio stanno aumentando la tassazione locale. Con una penalizzazione e un’ingiustizia per le famiglie più numerose che dovrebbero essere quelle più favorite da una politica che tiene presente la famiglia, e che invece paradossalmente si trovano a pagare maggiori tasse. Si tenga conto poi del fatto che c’è un’iniquità a fondo del sistema: l’80% delle tasse in Italia le pagano infatti i lavoratori dipendenti e i pensionati.

Sta aumentando anche l’indebitamento delle famiglie, ma l’accesso al credito è sempre più difficile. Voi cosa proponete?
Tutte le banche italiane hanno ricevuto dalla Banca centrale europea miliardi di prestito al tasso dell’1%. Noi diciamo che un pezzo di quel credito che hanno ricevuto dalla Banca centrale europea, che pagano i consumatori visto che viene finanziata dai singoli Stati, venga ridistribuito a favore del credito al consumo. In questo modo si potrebbero rilanciare i consumi. Credo inoltre che sia necessario riattivare un sistema per cui anche i prossimi aumenti sull’Iva dovrebbero essere riversati per l’abbattimento delle aliquote Irpef sulle buste paga e sulle pensioni.

Pensa che le liberalizzazioni produrranno dei vantaggi per i consumatori?
Le prime versioni del decreto sulle liberalizzazioni liberavano molte risorse per i consumatori. Noi pensiamo che, con il ridimensionamento in atto, le liberalizzazioni avranno un effetto positivo sul consumatore ma non sarà quello che ci aspettavamo. Avevamo fatto il calcolo che sulla prima bozza sulle liberalizzazioni fatta dal governo Monti si sarebbero potuti risparmiare circa 1500 euro. Oggi invece siamo in media intorno ai 500-600 euro.

Quindi non siete soddisfatti.
No. Ribadisco, per le farmacie siamo tornati indietro. Per i taxi praticamente la liberalizzazione è stata annullata. Quanto agli avvocati, purtroppo ce ne sono troppi in Parlamento e probabilmente è la quarta volta che si tenta di liberalizzare le loro tariffe e vedremo quello che succederà. Anche sulla benzina si è tornati indietro. Prima c’era la possibilità che i distributori potessero comprare sul mercato libero i carburanti. Oggi questa possibilità viene riservata a chi è proprietario di distributori. Cioè il 10% dei gestori dei distributori. Nonostante ci siano state 600mila firme per una proposta di legge popolare che guarda caso non riesce a trovare soluzione in Parlamento.

Intravede comunque qualche spiraglio positivo?
Ormai c’è una sensibilità più diffusa, un’opinione pubblica che non accetta più l’evasione fiscale come dieci anni fa. Si fa strada un movimento che va verso una maggiore eticità e trasparenza del sistema. Detto questo, noi siamo convinti che è necessario che le liberalizzazioni si abbiano da qui a qualche mese con un maggiore impulso. Solo creando concorrenza si potrà realizzare un abbattimento dei costi per i consumatori.

21 marzo 2012

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