Gaza, Israele varca il confine

Finita la tregua per l’ingresso di aiuti umanitari, l’esercito di Tel Aviv ha varcato il confine con la Striscia: uccisi 20 palestinesi; un soldato israeliano caduto. Missili vicino alla parrocchia cattolica di R. S.

Dopo la tregua di 5 ore proclamata ieri, giovedì 17 luglio, anche per consentire l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, nella notte tra giovedì e venerdì l’esercito israeliano ha varcato con numerosi uomini il confine della Striscia, dando il via all’invasione via terra. Fonti mediche di Gaza riferiscono di 20 palestinesi uccisi, tra cui anche un bambino di 5 mesi. Morto anche un soldato di Tel Aviv: il primo dall’inizio dell’offensiva. Nella notte sono proseguiti i bombardamenti su Gaza da parte dell’esercito israeliano. Colpiti, secondo Tel Aviv, oltre 100 “siti del terrore”, 9 tunnel e 20 lanciatori di razzi. Dalla Striscia non si sono fermati i razzi lanciati verso Israele.

Nella mattina di oggi, venerdì 18 luglio, l’offensiva continua. L’esercito israeliano informa che le forze di terra stanno avanzando a Gaza «nelle loro missioni», tra cui «l’identificazione e la repressione della minaccia dei tunnel». Già nel pomeriggio di ieri diverse telefonate da Israele invitavano anche le suore dell’Istituto del Verbo Incarnato, che operano presso la parrocchia cattolica della Sacra Famiglia, a lasciare le abitazioni, nelle quali da alcuni giorni si sono rifugiate anche le Suore di Madre Teresa, con i 28 piccoli disabili e le 9 donne anziane che accudiscono. Poco dopo le 17, tre missili hanno distrutto una casa molto vicina alla parrocchia. Lo riferiscono all’Agenzia Fides le suore dell’Istituto, tute straniere. Tutte, fanno sapere, rimarranno a Gaza, insieme al parroco padre Jorge Hernanez. Nella stessa parrocchia dove, dalle 10 del mattino, si pregava ininterrottamente «per implorare per tutti il perdono, la giustizia e la pace».

Proprio padre Jorge e la religiosa brasiliana suor Laudis in brevi messaggi diffusi dall’Istituto descrivono la condizione della piccola comunità cattolica e di tutta la popolazione di Gaza. «I crimini si moltiplicano – scrive padre Jorge -. I bambini piccoli cominciano ad ammalarsi per la paura, lo stress, le onde d’urto, il rumore continuo. I genitori fanno davvero salti mortali per distrarli affinché tanta cruda violenza non li travolga, come giocare e saltare ogni volta che si sente un’esplosione, ballare, o semplicemente abbracciarli tappando loro le orecchie».

Dall’inizio dell’operazione Margine protettivo si contano almeno 227 morti tra i palestinesi, in gran parte civili. Circa 2mila i feriti. Nelle poche ore di cessate il fuoco, rende noto l’Agenzia Fides, la popolazione di Gaza è uscita nelle strade per prendere soldi nelle banche e acquistare beni di prima necessità.

18 luglio 2014

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