Francesco contro la «dea tangente»

Nel corso della celebrazione a Santa Marta il Papa ha pregato per i giovani che ricevono dai genitori il «pane sporco» della corruzione e «hanno fame di dignità» che viene «dal lavoro onesto di ogni giorno» di Christian Giorgio

Ha pregato per i tanti giovani che ricevono dai genitori «pane sporco» il Papa, la mattina di venerdì 8, a Santa Marta; guadagni frutto di tangenti e corruzione e che hanno fame di dignità perché «il lavoro disonesto toglie la dignità». Commentando la parabola dell’amministratore disonesto, Francesco ha parlato «dello spirito del mondo, della mondanità», di «come agisce questa mondanità e quanto sia pericolosa». Non a caso Gesù, ha proseguito il Papa, «pregava il Padre perché i suoi discepoli non cadessero nella mondanità. È il nemico». Una mondanità che diventa «stile di vita, un’atmosfera che piace tanto al demonio».

L’amministratore di cui parla oggi il Vangelo di Luca è «un esempio di mondanità» ha precisato Francesco. Egli viene lodato dal padrone per la sua furbizia: «Eh sì, questa è una lode alla tangente! E l’abitudine alla tangente è un abitudine mondana e fortemente peccatrice», un’abitudine che «non viene da Dio» che «ci ha comandato di portare il pane a casa con nostro lavoro onesto! ». Quest’uomo «dava da mangiare ai suoi figli pane sporco! E i suoi figli, forse educati in collegi costosi, forse cresciuti in ambienti colti, avevano ricevuto dal loro papà, come pasto, sporcizia, perché il loro papà, portando pane sporco a casa, aveva perso la dignità! E questo è un peccato grave! Perché si incomincia forse con una piccola bustarella, ma è come la droga, eh!».

Non tutti gli amministratori, ha precisato il Pontefice, hanno però le stesse caratteristiche di quello raccontato da Luca. L’abitudine alla bustarella è comunque molto diffusa, «ma se c’è una “furbizia mondana” c’è anche una “furbizia cristiana”, di fare le cose onestamente». Poi ha ripreso l’insegnamento di Gesù, «essere astuti come i serpenti e semplici come colombe», se riusciamo in questo «è una grazia dello Spirito Santo». Al termine dell’omelia, Francesco ha chiesto di pregare perché «il Signore cambi il cuore di questi devoti della dea tangente», affinché «si accorgano che la dignità viene dal lavoro degno, dal lavoro di ogni giorno e non da queste strade più facili che alla fine tolgono tutto».

8 novembre 2013

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