Fra Giuseppe e Giovanni Paolo II a colloquio a Coromoto

L’incontro tra il religioso dei Fatebenefratelli e il Santo Padre nella parrocchia romana

Quest’anno, a giusto sei anni dalla morte, Giovanni Paolo II verrà proclamato Beato. Ho avuto modo più volte di colloquiare brevemente con lui, ma mi rimase particolarmente impressa la volta che l’incontrai in occasione della sua visita pastorale del 15 marzo del 1981 alla parrocchia romana di Nostra Signora di Coromoto in San Giovanni di Dio.

Fin dall’istituzione della parrocchia le avevamo donato un dipinto del nostro fondatore e poi quell’anno le avevamo donato anche una statua per la festa di San Giovanni di Dio, celebrata giusto la settimana prima, sicché il parroco per gratitudine invitò la nostra comunità religiosa dell’Ospedale San Pietro ad essere presente alla visita pontificia e ci diede modo al termine della Messa di ossequiare in sacrestia il Papa, che si soffermò con molta affabilità a scambiare qualche battuta con ciascuno di noi. Quando lo informai che eravamo Fatebenefratelli, egli, che da vescovo di Varsavia conosceva molto bene i nostri confratelli, con calore ripeté «Ah! Bonifratrów, Bonifratrów!», che era la denominazione con cui ci conoscono in Polonia, e poi mi domandò quanti ospedali avevamo in Roma.

Incoraggiato della sua cordialità, chiesi con abbastanza improntitudine a Sua Santità quando pensava di venire a trovare i malati dell’ospedale San Pietro, considerando che aveva già in programma di visitare il 5 aprile quelli dell’Isola Tiberina. Egli, sorridendo argutamente, mi fece osservare che bisognava fare una giusta perequazione del Papa, usando un termine un po’ dotto, ma che rendeva bene il concetto. In realtà poi lui ci venne nel nostro ospedale ed anche abbastanza presto, ossia il 23 dicembre 1984, ma ciò che voleva mettere in chiaro con quell’espressione è che si sentiva il Papa di tutti e non voleva indulgere ad alcun particolarismo.

Fra Giuseppe Magliozzi o.h.

2 marzo 2011

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