Equal, l’integrazione passa dalla cultura

Presentati i risultati di un progetto d’informazione e assistenza delle Acli verso gli immigrati durato due anni di Daniele Piccini

In un video, un libro con dieci racconti e una mostra fotografica le Acli provinciali di Roma presentano i risultati di Equal – Le radici e le ali, un progetto sperimentale finanziato dal Fondo sociale europeo e dedicato al servizio verso gli immigrati. In due anni, con i due sportelli di piazza Sallustio e via Prospero Alpino, le Acli di Roma hanno aiutato circa 3.500 immigrati a inserirsi nella realtà sociale italiana: con l’orientamento al lavoro (soprattutto coordinando la domanda e l’offerta per colf), con l’informazione e l’assistenza nelle pratiche relative al permesso di soggiorno, con la consulenza legale e fiscale e con iniziative culturali.

Per promuovere l’integrazione sociale e per mostrare agli immigrati le radici storico-culturali dell’Italia, le Acli hanno offerto la visione dei capolavori del cinema neorealista, sottotitolati e seguiti da ampio e approfondito dibattito. Senza dimenticare i più piccoli, per i quali sono stati proiettati film di animazione. Diversi numeri del giornale delle Acli di Roma, “Vite”, sono stati inoltre dedicati all’immigrazione e, nel luglio 2007, nel quartiere Garbatella, si è svolta la festa interculturale “Vite in festa”, che ha offerto sfilate di moda con i costumi tradizionali di ogni paese straniero partecipante. Tra le iniziative più apprezzate i due corsi di 40 ore di lingua italiana, frequentato ognuno da circa trenta immigrati, che sono stati introdotti all’apprendimento della lingua italiana quotidiana, concentrandosi soprattutto sui vocaboli di maggiore uso, relativi a cibo, casa e lavoro. Infine, a tutti gli immigrati entrati in contatto con il progetto “Equal” è stata offerta la lettura di ampi passaggi della Costituzione italiana.

«Questo progetto – ha spiegato Lidia Borzì, presidente regionale Acli – si è svolto non solo a Roma, ma in altre tre città italiane: Milano, Catania, e Pescara, che rappresentano tre importanti snodi dell’immigrazione in Italia. È stato inoltre il frutto della collaborazione di tre associazioni di diversa ispirazione: Acli, Arci e Compagnia delle opere che si sono unite dimenticando le reciproche differenze e concentrandosi invece sul comune principio della valorizzazione della persona umana. L’obiettivo – ha concluso Borzì – era cercare di superare la logica dell’assistenzialismo, sperimentando buone pratiche di inclusione sociale». L’esperimento “Equal” sarà consegnato all’Isfol affinché venga presentato a Bruxelles come “progetto di eccellenza” da diffondere ed approfondire.

«Il progetto condotto dalle Acli di Roma – ha detto Jean Léonard Touadì, assessore alle Politiche per la sicurezza del Comune di Roma, intervenuto alla tavola rotonda nella sala Baldini di piazza Campitelli 9 – rappresenta il tentativo dell’Italia di trovare il proprio modello di integrazione sociale degli immigrati: il modello inglese ha fallito, le banliueu dimostrano che anche la Francia ha fallito. La via imboccata dalle Acli invece è quella giusta: considerare gli immigrati non delle bocche da sfamare, ma soggetti, individuali e comunitari, con cui entrare in relazione e cooperare».

«La prova del successo del nostro esperimento – ha chiosato Gianluigi De Palo, presidente provinciale Acli di Roma – sta nei due sportelli iniziali che stanno per diventare cinque. Sta nell’incremento del numero di immigrati impegnati nei nostri sportelli: dal solo Mohamed Hassan Kalif a cinque collaboratori».

Il video “2 anni di Equal – Le radici e le ali” è stato girato dal regista Salvatore Tomai. Il libro Immedesimati, l’integrazione passa attraverso l’immedesimazione è stato curato da Gianluigi De Palo, Concita De Simone (ufficio stampa Acli di Roma) e Marco Mencaglia (responabile dei progetti Acli di Roma). Le interviste agli immigrati che compongono le dieci storie del volumetto sono state raccolte e scritte da Mariaelena Finessi, collaboratrice della nostra testata. Gli scatti della mostra, riprodotti anche nel libro, sono di Cristian Gennari (fotografo di Avvenire e Roma Sette).

25 gennaio 2008

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